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Attualità | 23 maggio 2021, 07:45

Propaganda o informazione

OsservaTorino, un punto di vista su cosa accade in città fornito da Domenico Beccaria. L'argomento di oggi? i presunti insulti omofobi a un commerciante proferiti da due vigili

Domenico Beccaria

Domenico Beccaria

Fino a qualche tempo fa, per far tacere un avversario politico, era sufficiente dargli del razzista. Immancabilmente ed immediatamente si otteneva di far scappare a gambe levate il malcapitato. Oggi, invece, è più efficace sostituire “razzista” con “omofobo” ed il risultato è lo stesso. 

Anzi, anche maggiore, visto che a molti giornali non par vero di avere una freccia in più al loro arco, per colpire il bersaglio grosso, ovvero promuovere l’approvazione “sic et simpliciter” del ddl Zan.

Ma la cosa ancor più grave, in questo maldestro tentativo di brandire l’informazione ed usarla come propaganda, l’abbiamo sotto gli occhi oggi. Una persona viene fermata da due agenti della polizia municipale torinese perché, in violazione del codice della strada, sta transitando con un monopattino su un marciapiede. Segue diverbio tra verbalizzanti e verbalizzato, durante il quale uno dei due agenti avrebbe, il condizionale è d’obbligo, apostrofato il fermato con il termine “ricchione”. 

Almeno questo è quanto riferito da chi avrebbe subito l’oltraggio. Però, pare che non ci sia una testimonianza dell’accaduto, che si tratti di un video o di un testimone oculare. Siamo al “la mia parola contro la tua”. 

Ovviamente è indispensabile è doveroso che scattino  indagini approfondite sull’accaduto, che chiariscano senza dubbi di sorta l’episodio. Se le cose si sono svolte proprio come riportate nella video denuncia di chi sarebbe stato offeso, è inaccettabile che l’agente in questione la passi liscia. 

Ma è altrettanto inaccettabile che, prima che siano state avviate, e ripeto avviate, nemmeno concluse, le indagini cui entrambe le parti in causa hanno diritto, per poter eventualmente accedere ad un successivo processo, ci sia già qualche solerte operatore dell’informazione (o della propaganda) che salta a piè pari istruttoria e dibattimento, per giungere ad un frettoloso giudizio, che puzza molto di giustizia sommaria e di goffo tentativo di cavalcare un episodio, ripeto, ancora tutto da accertare, per promuovere l’approvazione di un ddl controverso. 

L’unica sede deputata alla discussione ed alla approvazione delle leggi, è il parlamento in entrambi i suoi rami, non le piazze o peggio, le colonne di giornali che dicendosi “di informazione”, in effetti fanno propaganda di basso profilo. 

Domenico Beccaria

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