"Finpiemonte è il principale braccio operativo della Regione Piemonte, la cassaforte del nostro ente, uno strumento essenziale a supporto delle imprese. La composizione della governance è di fondamentale importanza per garantire trasparenza nei confronti dei cittadini e del mondo imprenditoriale. Consideriamo grave, quindi, la decisione della Giunta di ridurre il numero di componenti del Consiglio d'amministrazione di Finpiemonte da cinque a tre", attaccano Sean Sacco e Ivano Martinetti, consiglieri del M5S Piemonte.
"Meno rappresentanza nel board è sinonimo di minor trasparenza e minore controllo sulle importanti scelte adottate. Di tutto c'era bisogno, tranne che di questo colpo di spugna. A poco serve, in questo caso, la retorica sul taglio delle poltrone, quando le consulenze esterne superano di gran lunga i costi di due posti nel Consiglio d'amministrazione".
"Finpiemonte è storicamente al centro di cronache giudiziarie che hanno portato, in alcuni casi, a condanne. Scandali ed inchieste che hanno attraversato, senza distinzione, le amministrazioni di centrodestra e centrosinistra in Regione. In quest'ultimo mandato non sono mancate le attenzioni della Corte dei Conti, sulle consulenze esterne che si sommano al tira e molla sulle dimissioni del direttore generale".
"Se il centrodestra non ha fiducia nei vertici della società, o non riesce ad avere un confronto proficuo, non può pensare di risolvere la questione tagliando sulle garanzie di trasparenza e controllo", concludono i due esponenti del M5S.