Anche la CGIL Torino scende in campo per sostenere la raccolta firme promossa dall’associazione Luca Coscioni per il referendum sull’eutanasia legale.
La segretaria Enrica Valfrè era al banchetto sotto i portici di piazza Carlo Felice, di fronte a Porta Nuova, per portare il messaggio di solidarietà a un'iniziativa cui il temine per presentare le firme è il 30 settembre 2021. L’obiettivo è di arrivare a raccogliere 500.000 firme. "Siamo impegnati per un referendum che porti l'eutanasia legale anche nel nostro Paese - dice -. Serve una legge che dia dignità alle persone malate e che soffrono e che hanno il diritto di decidere quando dire basta al loro tormento".
C'è sempre meno tempo per decidere
Sono passati infatti due anni da quando il Parlamento lasciò scadere il tempo concesso dalla Corte costituzionale per riempire il vuoto normativo sul suicidio assistito, prima di pronunciarsi sul caso di Marco Cappato, finito a processo per aver aiutato a morire l’ex dj Fabo, accompagnandolo in Svizzera. "Per noi - conclude Valfrè - è una battaglia di civiltà".
Proprio l'inerzia del Parlamento ha sollecitato un nuovo impegno per sostenere la richiesta di referendum: questa, infatti, è l’ultima legislatura nella quale potrebbe essere discussa la proposta di legge di iniziativa popolare, dopodiché tutto dovrebbe ricominciare da capo.
Ma non solo il banchetto di oggi e per i prossimi giorni. Appuntamento anche in via Garibaldi all'angolo con via San Dalmazzo (piazza Castello nel weekend). A partire da settembre, la Camera del Lavoro metterà a disposizione le proprie sedi sindacali per la raccolta delle firme.
"Li sommergeremo di firme"
"Numeri da record in poco più di un mese - dice Igor Boni, Radicali italiani e +Europa - con 40mila firme in tutto il Piemonte e 26mila solo a Torino e provincia. I cittadini hanno una consapevolezza ben diversa da quella della politica, come dimostra anche la votazione di ieri in Consiglio regionale. Ma noi risponderemo sommergendoli di firme. Siamo a 320 mila in tutta Italia, ma puntiamo sull'ultimo sprint di settembre".
La carica dei giovani
Tra coloro che si mettono in coda e firmano, tanti sono giovani. Anche giovanissimi. Come Delia, 22 anni, studentessa di Lingue. "Sono qui per firmare perché ritengo che se una persona a un certo punto non vuole più vivere nel suo corpo, è giusto scegliere di morire". Beatrice di anni ne ha 21 e firma in compagnia della mamma. "Serve la libertà di poter decidere".
E ancora Valfrè sottolinea come "Le generazioni più giovani dimostrano di essere molto più avanti, su certi temi. Anche se li si confronta con cui siede in Parlamento".