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Attualità | 28 agosto 2021, 15:16

I pois di largo Montebello diventano un brand, torna a colpire il designer che reinterpreta l'urbanistica torinese

Dopo aver trasformato in merchandising un reticolo zebrato progettato dal Comune e realizzato in borgata Parella, Simone Vona interviene a suo modo anche sul discusso intervento di Vanchiglia

Largo Montebello

Il designer Simone Vona interviene sui pois si largo Montebello

Dopo aver trasformato in merchandising un reticolo zebrato progettato dal Comune e realizzato in borgata Parella, Simone Vona interviene a suo modo anche sul discusso intervento di Vanchiglia

pois realizzati sul manto stradale per pedonalizzare buona parte di largo Montebello, cuore pulsante del quartiere Vanchiglia, hanno diviso la cittadinanza in più fazioni: da una parte chi pensa che l'intervento migliorerà la qualità della vita e dell'ambiente (come dimostrato dagli esempi realizzati in altre grandi città europee) in una zona ad alta frequentazione di giovani e famiglie, dall'altra chi protesta per i parcheggi tolti e per non poter circolare liberamente con la propria automobile, oltre a chi lo ritiene fuori luogo e di dubbio gusto.

Largo Montebello come un brand

A intervenire a gamba tesa in questa contrapposizione è il graphic designer Simone Vona. Dopo aver trasformato in merchandising un reticolo zebrato progettato dalla Città di Torino e realizzato mesi fa in borgata Parella, infatti, il fantasioso professionista ha rielaborato a modo suo anche l'urbanismo tattico pensato dall'amministrazione comunale per largo Montebello, trasformando la piazza in un brand e i pois in una trama da applicare su magliette, borse shopper e borracce con le frasi 'live à pois' e 'drink à pois'.

La critica alle mentalità da 'bogianen'

Dietro al lavoro di Vona c'è anche una critica a una mentalità tipicamente 'sabauda', quella riassunta dallo stereotipo del 'bogianen': “Il mio – spiega Vona – è un intervento ironico che punta a migliorare il valore percepito di un'opera di riqualificazione urbana che porta critiche da una massa che si sente in diritto di commentare tutto; vedo la bellezza in ogni cosa e preferisco un intervento del genere, seppur banale, alle tags sui palazzi storici: quella è la vera bruttezza da eliminare. Sono un grafico da oltre 20 anni e sono abituato all'atteggiamento dei torinesi in cui l'importante è non rischiare mai, per questo sogno una città in grado di cambiare pelle e togliere la polvere dal prima si stava meglio”.

Marco Berton

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