“Gli artisti vanno considerati come bene comune”: parole e musica di Roberta Lena, candidata di Futura per i beni comuni e ufficialmente indicata da Ugo Mattei alla carica di assessora alla cultura della Città di Torino in caso di vittoria del giurista alle imminenti elezioni comunali. L'attrice, regista e scrittrice, attiva in teatro, apparsa in molte pellicole di prestigiosi cineasti come Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana e Paolo Virzì e protagonista di diverse iniziative artistiche 'dal basso', è attualmente impegnata a Venezia per la presentazione di 'Deandrè#Deandrè Storia di un impiegato', prima fatica dietro la cinepresa.
Cosa l'ha convinta ad accettare di aderire al progetto di Futura per i beni comuni?
Conosco Ugo Mattei da moltissimo tempo e ho partecipato con lui al movimento per la riapertura del Teatro Valle di Roma nel tentativo di farlo diventare bene comune, seguendo anche il suo impegno per il referendum sull'acqua pubblica. Credo che sia una persona carismatica e di valore internazionale, davvero in grado di portare un cambiamento, mettere in pratica quello che dice e rivoluzionare una città puntando su valori nuovi rivolti alla comunità intera. Non me l'avesse chiesto lui non avrei mai pensato di candidarmi, fare politica significa gestire al meglio e insieme il bene pubblico”.
Mattei l'ha indicata come futura assessora alla cultura, quali onori e oneri porta questa investitura?
“Spesso tendiamo a sottovalutare il valore che gli artisti possono portare nella società: sono la nostra ricchezza, il nostro petrolio ed è ora di far emergere tutta la loro importanza. La nostra mission principale sarà quella di dare loro la possibilità di esprimersi al meglio creando sinergie e reti, Torino in questo campo si è sempre dimostrata all'avanguardia e dovremo fare in modo di ravvivare questa vocazione rendendola di nuovo accogliente per tutto il mondo della cultura; sarà un lavoro molto difficile, dovrò approfondire e studiare molto”.
La cultura è uno degli aspetti su cui l'amministrazione Appendino ha ricevuto più critiche cosa pensa degli ultimi 5 anni?
“Nella maggior parte dei casi tutti i problemi del mondo culturale vengono interamente associati alla mancanza di risorse economiche. Io penso, però, che il problema risieda più in generale in come quelle risorse vegano gestite ed è un discorso che va avanti da molti più anni: per fare arte ci vogliono infrastrutture e facilitazioni, la città ha bisogno di includere gli artisti nel processo decisionale investendo in opere che lascino davvero il segno. Attraverso l'approccio dei beni comuni cambieremo punto di vista facendo andare di pari passo grandi eventi, piccole manifestazioni e formazione, senza dimenticare la nostra grande tradizione underground che ha segnato cambi culturali in Italia e nel mondo”.
Se diventasse davvero assessora alla cultura, quali azioni metterebbe in campo?
“Prima di tutto sarebbe importantissimo recuperare, magari attraverso appositi bandi di concessione, alcune delle grandi aree ex industriali dismesse della città per renderle veri e propri punti di riferimento artistici della città dove i protagonisti del mondo della cultura possano esprimersi e creare valore; l'esperienza della Cavallerizza Reale occupata, dove dal basso si era riuscito a creare qualcosa di veramente bello e importante, da questo punto di vista può insegnare molto. Il bisogno di spazi dove poter liberare la propria creatività è incessante, esiste il regolamento dei beni comuni e faremo in modo che venga messo in pratica soprattutto in questo campo”.