Il Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea si sposta quest'anno in autunno, per un intero mese, dal 14 ottobre al 14 novembre. Organizzato come sempre dalla Fondazione TPE - Teatro Piemonte Europa, proporrà 19 spettacoli in 32 giorni, 51 recite, 6 spazi in 3 città, 7 prime e gli artisti provenienti da 12 nazioni.
Le novità
Fra le novità: la presenza di un Paese ospite, il Belgio; la monografia d’artista, dedicata alla Socìetas, una famiglia d’arte, con spettacoli rispettivamente di Claudia Castellucci, Chiara Guidi, Romeo Castellucci; la contaminazione del teatro con l’arte contemporanea, condivisa proprio con la Fondazione Merz e in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo e il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea.
Il tema portante e gli spettacoli
Il tema 2021 è confini/sconfinamenti. Motus, con Chroma Keys, interpretato da Silvia Calderoni, compie un'incursione nel cinema, portando il corpo della performer, illusoriamente e illusionisticamente, nelle scene di film proiettati, tra Hitchcock e Godard, Lars Von Trier e l’apocalittico Bela Tar. Con la performance Rompere il ghiaccio, Filippo Andreatta riflette sul rapporto tra uomo e paesaggio. Il pretesto è la sorte di un ghiacciaio, il Grafferner, sulla frontiera tra Italia e Austria, ma anche la storia d’amore tra Elsa e Enrico, i nonni dell’autore. Sunny Sundays è, invece, una performance (con uno stand-up, momenti di narrazione e un fumetto), progettata e realizzata dagli artisti libanesi Rabih Mroué e Lina Majdalanie.
Al Castello di Rivoli il festival sarà presente con Exhibition: evento performativo di Cuocolo/Bosetti pensato per i musei, che sotto forma di una particolare visita guidata, si interroga sulla natura della fruizione. Fanno parte del segmento arte-teatro anche la creazione originale site-specific di Virgilio Sieni, La dimora del volto, dedicata alla mostra di Marisa e Mario Merz realizzata proprio negli spazi espositivi a contatto con le opere e Sonora Desert, installazione interattiva della Compagnia Muta Imago, cioè Claudia Surace e Riccardo Fazi, che indaga, alla Lavanderia a Vapore, il rapporto spettatore-percezione a partire da un viaggio nel deserto di Sonora, al confine tra l’Arizona e il Messico. Vibrazioni sonore, luminose e cromatiche, sono in dialogo con le musiche appositamente composte da Alvin Curran, spesso sulla falsariga di effetti ambientali rielaborati.
Appuntamento internazionale attesissimo è quello con l’ungherese Kornél Mundruczó e il suo Proton Theatre, alle prese con Imitation of Life: un atto d‘accusa contro una società contemporanea votata alla discriminazione. Fanno parte del segmento internazionale anche gli spagnoli Agrupaciòn Señor Serrano con The Mountain, nel cui filo narrativo compaiono l’alpinista Mallory e i misteriosi interrogativi sulla salita all’Everest, ma anche Orson Welles e Putin.
Gli artisti emergenti
Il festival come al solito crede e investe sui giovani artisti e sulle compagnie emergenti. Sul tema dell’Egitto e dei dieci anni della Primavera Araba si esercita Miriam Selima Fieno in Fuga dall’Egitto, ispirato al libro di Azzurra Meringolo. Torna poi Liv Ferracchiati con La tragedia è finita. Platonov, opera di Cechov che da qualche anno attrae giovani registi italiani, in questo caso una riflessione sul rapporto di un Don Giovanni di provincia e le sue donne, tra ironia e disperazione. Tornano anche i VicoQuartoMazzini (Premio Hystrio 2021 come compagnia emergente) con Livore Mozart e Salieri, per la regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà, entrambi in scena con Francesco d’Amore. Infine Tedacà con Fine pena ora, tratto dal romanzo-saggio di Elvio Fassone con Ninni Bruschetta e la regia di Simone Schinocca, in cui un ergastolano e il suo giudice per tanti anni dialogano, si scrivono, si giustificano.