“Il Comune di Torino? Dovrebbe tutelare il diritto al lavoro, ma è la prima fonte di precariato”. E’ un attacco duro, frontale, quello che diversi manifestanti hanno rivolto oggi pomeriggio all’amministrazione Appendino. A protestare, proprio sotto Palazzo Civico, i dipendenti interinali e gli ex dipendenti del Comune, stretti dalla morsa del precariato, e il sindacato Si Cobas.
La testimonianza dell'ex dipendente comunale
“Siamo qui perché il Comune di Torino utilizza da anni personale a tempo determinato, con contratti di somministrazione, che dopo essere formato viene lasciato a casa. A quel punto vengono assunte altre persone, da formare nuovamente. Questo, oltre alla precarietà, porta disservizi ai cittadini. Ecco perché ci sono tempistiche lunghissime” racconta Maurizio, ex assistente amministrativo del Comune di Torino.
Maurizio è solo uno dei 250 lavoratori comunali che, nel 2020, si sono ritrovati in queste condizioni: “Chiediamo nell’immediatezza un rinnovo dei contratti in scadenza o scaduti. E poi che si apra un percorso di stabilizzazione” spiegano i dipendenti con la spada di Damocle del precariato pendente sulle loro teste.
Quel precariato che crea disservizi ai cittadini
Quel che è certo è che oltre a denunciare un il problema del lavoro, gli interinali giudicano quest’eterna condizione di precariato un problema anche per i cittadini torinesi stessi: “E’ un paradosso che il Comune di Torino, in quanto ente pubblico, crei precariato. Vogliamo trovare con loro una soluzione, sarebbe utile tanto per noi quanto per i cittadini: quando sono andato via io, qualche mese fa, per prenotare una carta d’identità ci andavano dai 4 ai 6 mesi d’attesa, per un cambio di residenza parecchi mesi”.
La richiesta dei Cobas
“Abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di Torino se intende trovare soluzioni nella direzione sia della maggior continuità lavorativa che della stabilizzazione dei lavoratori” chiariscono i S.I. Cobas Torino.
“Chiediamo che si cerchino soluzioni e modalità contrattuali per superare la soglia dei 36 mesi di attività e aprire concorsi riservati ai lavoratori/trici che da anni hanno svolto attività in somministrazione”.