Cittadini segregati in casa, assediati da spacciatori e criminali. Negozi costretti ad abbassare le serrande con i clienti all’interno. E in strada risse a colpi di machete e bottiglie rotte. Immagini di ordinaria follia che vanno in scena ogni giorno a Barriera di Milano, uno dei quartieri più “caldi” di Torino per i problemi legati allo spaccio. Proprio qui, nell’aprile dello scorso anno, i pusher avevano aggredito anche Vittorio Brumotti, l’inviato di Striscia la Notizia. Immagini che Andrea Revel Nutini, candidato per il consiglio comunale alle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre con Fratelli d’Italia, ha immortalato in un docu-film: “Bisogna individuare soluzioni concrete, come il sequestro immediato di tutte le sostanze stupefacenti”.
Revel ha intervistato alcuni residenti del quartiere e ha raccolto le loro testimonianze in un video-denuncia. “È surreale – sottolinea il candidato in Sala Rossa del partito di Giorgia Meloni – pensare che nel 2021 ci siano cittadini segregati in casa che hanno paura di uscire per colpa degli spacciatori. Stiamo parlando di una zona centrale, a pochi minuti dal Comune, una zona che è stata completamente abbandonata delle istituzioni”. Sono gli stessi residenti ad aver denunciato la situazione e a raccontare come si sentano “prigionieri in casa propria”.
“Abbiamo un negozio a Barriera – dice Maria (il nome è di fantasia per garantire la sua incolumità) – e non siamo più tranquilli. Quando litigano girano con il machete, si lanciano bottiglie. Alle volte dobbiamo chiudere il negozio con la gente dentro perché fuori si picchiano, spacciano, si drogano. Di tutto”. Poi ci sono le risse. “Poco tempo fa – racconta Maria, ancora scossa – di notte c’è stata una specie di guerriglia urbana, lanciavano cassonetti e bidoni, hanno rotto delle auto. È capitato di vedere spacciatori circondare una pattuglia, mentre i poliziotti ci gridavano di stare chiusi dentro”.
“Ci sentiamo minacciati in casa nostra e la sera non possiamo uscire, è pericoloso. Non possiamo nemmeno andare a prendere un gelato. Abbiamo raccolto firme, chiamato la polizia, interpellato il Comune, ma ci hanno detto che non possono fare niente, che hanno le mani legate”.
Tra i residenti del quartieri si respira rabbia e rassegnazione. “L’ultima volta che c’è stata una maxi rissa – ricorda un’altra donna – sono arrivate dieci pattuglie, hanno fatto da paciere, li hanno divisi e poi li hanno lasciati tutti lì. Alle 8 di sera scatta il coprifuoco autoimposto, dopo quell’ora non si può più uscire”.
Come racconta Paolo (nome di fantasia), nel giro di pochi anni il quartiere è diventato invivibile e pericoloso. E il valore degli immobili è crollato. “Avevo due vicini di casa, una coppia con un figlio – spiega – che avevano comprato un alloggio. Sono stati costretti a svendere, sono scappati e ora hanno affittato un appartamento a Chivasso. Dei loro amici, che abitavano al piano di sopra, hanno vissuto un’esperienza terrificante. Il figlio è stato sequestrato in casa da gente mascherata: l’hanno preso, legato e imbavagliato, gli hanno tagliuzzato le braccia, messo nella vasca da bagno e bruciacchiato con l’acqua bollente. E poi hanno svuotato l’alloggio. Vivo da solo, ho l’allarme, le videocamere, ma ho paura”.
Testimonianze che Revel Nutini definisce “sconvolgenti. Si fa fatica a credere che a Torino – precisa ancora il candidato FdI– ci siano persone segregate in casa. Servono un monitoraggio continuo del territorio e una presenza costante delle istituzioni, certo. Ma anche altro. Che cosa? Tutti sanno dove questi soggetti nascondono gli stupefacenti. Bene, ogni giorno si potrebbe prendere tutta questa droga, sequestrarla e buttarla via. Sarebbe un danno economico per chi si arricchisce con la droga, un danno economico che comincerebbe a spezzare questo sistema criminale e darebbe un segnale di speranza ai cittadini”.