Tre interessamenti. Tre manifestazioni che - da un lato - i sindacati vorrebbero trasformate in offerte vincolanti. Ma che (dall'altro) fissano la pietra tombale su quel sogno chiamato Italcomp e che, per mesi, è stata l'oasi nel deserto per i 400 operai ex Embraco di Riva di Chieri.
Succede in Veneto, in particolare in provincia di Belluno: è lì che, ormai da tempo, si attorciglia un'altra matassa di quelle crisi industriali finite sul tavolo del Mise negli ultimi anni. Quella della Acc di Mel: per l'azienda, infatti, sono arrivati tre interessamenti da parte di altrettanti gruppi che vorrebbero rilevarla. Un gruppo italiano già nel settore della componentistica per elettrodomestici, un'associazione del movimento cooperativo che propone un'operazione di workers buyout (quando cioè sono i lavoratori a "rilevare" l'azienda in cui operano) e un gruppo asiatico.
L'ufficialità è stata data in occasione di un incontro al Mise con la presenza anche del ministro Federico D'Inca (rapporti con il Parlamento), dell'assessore veneto Elena Donazzan, che ha le deleghe al Lavoro e il commissario di Acc, Maurizio Castro. "Si tratta di interessamenti molto diversi fra di loro - spiegano Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e Michele Ferraro, segretario Uilm Belluno - anche per le potenziali ricadute occupazionali ed è proprio quest’ultima naturalmente la principale preoccupazione sindacale. Per Fim, Fiom, Uilm la priorità deve averla naturalmente la tutela dei posti di lavoro, nonché la ripresa produttiva dopo la triste interruzione avvenuta pochi giorni fa”.
Se Acc prende la sua strada, Embraco è ancora più sola
Ma come in una bilancia spietata, per una Acc di Mel che sembra tornare a vedere la luce, c'è sull'altro piatto la vicenda Embraco che, ancora di più, sprofonda verso il basso. Al di là dell'aspetto più "pratico", ovvero la presenza di un incontro al Mise che i lavoratori e i sindacati torinesi chiedono da tempo, senza risposta, quel che appare (ancora di più) in tutta la sua evidenza è la scomparsa - per non dire la pietra tombale - sul progetto Italcomp, che invece avrebbe dovuto vedere insieme Acc ed ex Embraco.
Appare ancora più evidente che, con la possibilità per i bellunesi di essere rilevati da una nuova proprietà, la strada che imboccheranno sarà diversa (e distante) da quella di Riva di Chieri. Una sensazione che ormai era chiara e delineata da tempo, con le illusioni ridotte ormai a polvere, ma che così assume sostanza e, come dire, sentenza finale.
Conto alla rovescia per la cassa integrazione
Intanto il conto alla rovescia continua la sua corsa verso il 22 gennaio, quando per gli operati ex Embraco scadrà la cassa integrazione che era stata prolungata all'ultimo momento pochi mesi fa. Un tentativo - sembrava - messo in campo per rifinire i dettagli del progetto Italcomp o per individuare un piano B. Ma che, adesso, sembra solo una fine triste e immeritata.