La corte d'Appello di Torino ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Antonio Serra, il cinquantenne processato con l'accusa di avere ucciso a colpi di pistola un uomo, Umberto Prinzi, il cui corpo senza vita fu trovato in un fosso nel dicembre del 2018 nella collina di Moncalieri.
La vittima era uscito da carcere dopo 22 anni
Prinzi aveva da poco tempo terminato di scontare una lunga condanna per l'omicidio - avvenuto nel 1995 - di un transessuale conosciuto come Valentina, con cui aveva una relazione. Il movente del diritto non è ancora stato chiarito con precisione.
Lite degenerata per la vendita di un'auto
Il procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi non ha escluso che Serra, difeso dagli avvocati Mirko Console ed Eva Garrone, abbia ucciso Prinzi perché non voleva vendergli un'auto. Tesi che non ha convinto del tutto gli avvocati Stefano Coppo ed Elisa Costanzo, parte civile per il padre della vittima, che hanno ottenuto dalla Corte il diritto a un indennizzo.
Il presunto complice di Serra, che ha reso dichiarazioni considerate utili per le indagini, era stato giudicato in un processo separato con l'accusa di occultamento di cadavere.