Il diritto alla salute delle persone trans in Piemonte e Valle d’Aosta da oltre due anni è praticamente calpestato. Se in tempi pre-Covid ci volevano da tre a sei mesi di attesa per un primo colloquio per avviare un percorso di affermazione di genere, ora si parla di oltre un anno.
Presidio davanti alle Molinette
A denunciare la situazione il collettivo SeiTrans, che questa mattina ha organizzato un presidio davanti all'ingresso delle Molinette. All'interno dell'ospedale torinese si trova infatti il CIDIGeM (Centro Interdipartimentale Disturbi Identità di Genere), che però è stato chiuso diversi mesi con il lockdown nella primavera 2020. "Dopo aver riaperto - spiega Guido, del collettivo SeiTrans - le tempistiche per un primo incontro si sono ulteriormente allungate e hanno smesso di rispondere alla mail e al telefono. Questo è il periodo di maggiore fragilità per una persona: magari ha già fatto coming out, e non può iniziare il suo percorso di transizione".
150 euro a visita da un privato
Chi ha soldi decide così di provare all'estero, di ricorrere al fai da te per la cura ormonale, oppure di affidarsi ad un privato da 150 euro a visita. In quest'ultimo caso scendono però le possibilità che un giudice dia il via libera al cambio anagrafico e chirurgico, cioè che Mario possa avere una carta d'identità con il nome di Carla con cui tutti lo chiamano da tempo.
"Migliaia di persone in transizione abbandonate a sé stesse"
E in questi mesi la situazione si è aggravata. A dicembre è andata in pensione Adriana Godano, l'endocrinologa di SpoT, il servizio offerto negli ultimi dieci anni dall'Associazione Maurice, dove sono presenti anche due psicologhe. Chi era seguito quindi da quel professionista medico è stato obbligato a rivolgersi al CIDIGeM, congestionando ulteriormente il servizio. "La popolazione di Piemonte e Valle d’Aosta - aggiunge Guido - è di 4 milioni e mezzo di persone: valutando che si stima come la popolazione trans costituisca lo 0.5%, ci sono migliaia di persone abbandonate a sé stesse".
"Diritto salute ostacolato"
"Il diritto alla salute delle persone trans e non binarie è ignorato e ostacolato da medici obiettori che "scelgono" di non curarsi di noi e da un sistema sanitario che non investe in ricerca e assistenza per le persone trans e non binari. Pretendiamo dalla direzione dell'ospedale Molinette un allargamento dell'equipe del CIDIGeM,cosi come dalla Regione che ci sia almeno un centro dedicato alla salute trans in ognuno dei capoluoghi" concludono.