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Economia e lavoro | 23 febbraio 2022, 18:23

Automotive, Orlando a Torino fa pressing su Stellantis: "Servono garanzie a lungo termine"

Il ministro del Lavoro ospite dell'assemblea nazionale della Fiom cui ha preso parte anche Federmeccanica: "Politiche industriali non sono solo assecondare i grandi player e non possiamo sapere le cose a spizzichi e bocconi"

tavola rotonda su un palco

Il ministro Orlando ospite dell'assemblea nazionale Fiom

"Le politiche industriali non sono soltanto un modo, come è stato in passato, di assecondare i grandi player. Ma se vogliamo che il Governo giochi un ruolo importante in questa partita allora servono garanzie a lungo termine: non possiamo sapere le cose a spizzichi e bocconi".

Risuonano con forza, nella cornice torinese dell'assemblea nazionale di Fiom, le parole del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, invitato dai metalmeccanici Cgil a discutere del futuro del mondo dell'auto.

L'esponente del governo Draghi non si è nascosto: "Non possiamo ripetere errori già fatti, quando venivano fatte scelte e lo Stato cercava di accompagnarle. Siamo di fronte a una transizione tale che, se viene gestita in questa maniera, può portare costi sociali altissimi. Tutti devono mettere le carte sul tavolo e dire dove vogliono andare". Da qui, la richiesta a Stellantis di fornire "garanzie per un arco temporale più lungo, sia sui livelli occupazionali che sulla trasformazione della filiera. E non si può ragionare sui singoli stabilimenti, ma serve un confronto che sia più ampio. Servono investimenti e programmazione".

"Un tavolo serve, ma anche garanzie da parte di Stellantis"

E al tavolo che viene chiesto da sindacati e Federmeccanica Orlando replica che "Un tavolo ci vuole, ma non deve servire solo a reperire richieste. Bisogna chiedere anche delle garanzie che finora non sono state chieste".

Intanto, il governo è pronto a ragionare anche sul discorso incentivi (legati soprattutto all'acquisto di auto elettriche). "Ma andranno rivisti - dice il titolare del dicastero del lavoro -. Devono essere pensati per consentire l'accesso alle fasce di popolazione più in difficoltà. Anche così si fa inclusione nella transizione ecologica".

E proprio sulla transizione verso l'elettrico (e non solo) si gioca sul traguardo fissato dall'Europa al 2035. "Forse è pure tardi - dice Orlando -, vista la situazione ambientale. Ma se esiste un piano B, questo prevede di dire all'Europa che rispettiamo i tempi, ma le risorse per accompagnare la transizione non sono sufficienti. Serve un impegno maggiore per la transizione".

Re David: "Marchionne non aveva capito l'elettrico, ora siamo in ritardo"

La presenza del ministro ha però permesso ai sindacati anche di ribadire all'esecutivo le necessità. "Non abbiamo nessuna interlocuzione aperta col governo - ha detto Francesca Re David, segretario generale di Fiom -. Sono necessari nuovi ammortizzatori sociali che sostengano la transizione. Ci vuole un riferimento unico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che possa coordinare le scelte per salvaguardare l'industria e l'occupazione nel settore automotive. L'unione di intenti tra sindacati e Federmeccanica dimostra la straordinarietà della crisi del settore automotive. Marchionne non aveva capito l'elettrico e ora siamo in grande ritardo".

Massimiliano Sciullo

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