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Economia e lavoro | 09 marzo 2022, 20:30

Anche Torino travolta dalla corsa verso l'alto dei prezzi della benzina: si arriva a 2,6 euro al litro

Abbiamo fatto un giro (in bici) per la città. Oscillazioni anche di alcuni decimi di euro tra un marchio e l'altro, ma nessuno ormai è sotto i due euro. Le più convenienti sono le pompe "bianche". Intanto i benzinai spengono le luci dei self nella notte

insegne prezzi benzinai

Anche Torino è stata toccata dalla corsa verso l'alto dei prezzi dei carburanti

Anche Torino è rimasta coinvolta (e travolta) nella corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti. Per notarlo non serve nemmeno un osservatore troppo allenato: basta osservare i distributori di carburante più vicini a casa e confrontare i prezzi con quelli risalenti anche solo a una settimana fa.

Fino a 2,6 euro al litro (per non parlare delle autostrade)

Abbiamo fatto un giro per la città (in bicicletta) per controllare e quella che ne emerge è una situazione piuttosto consolidata. Da Q8 a Esso, passando per Eni, tutti i maggiori marchi di carburanti sono schizzati letteralmente alle stelle. Una delle punte più elevate la mostra un distributore Q8 con prezzi che arrivano a 2,6 euro al litro per la benzina (servito), ma ci sono distributori Esso che toccato i due euro e mezzo. E rispetto al passato, il diesel si attesta poco più in basso, di fatto annullando qualunque differenza. 
Leggermente più bassi altri distributori - anche degli stessi marchi - a dimostrazione che non tutti si sono ancora allineati. Leggermente meno cari le pompe a marchio Eni, che comunque mostrano un prezzo di 2,2 euro al litro che fino a qualche giorno fa sarebbe stata fantascienza. E la situazione è anche peggiore in autostrada, dove il costo dei carburanti al litro è tradizionalmente superiore a quello praticato dai distributori in città.
Trascinati verso l'alto anche i prezzi del Gpl, che ormai superano gli 0.80 euro al litro.

Le pompe indipendenti sono comunque sopra i due euro

Al tirare delle somme, sono le cosiddette "pompe bianche", ovvero quelle indipendenti e non legate a un particolare marchio internazionale, quelle più convenienti. Ma anche in questo caso l'aggettivo sembra improprio: in ogni caso, infatti, non si scende sotto il muro dei due euro al litro per la benzina. 

Ma la corsa verso l'alto dei prezzi dei carburanti non è soltanto da ricondurre alle attuali tensioni legate alla guerra tra Ucraina e Russia, dopo l'invasione delle truppe di Putin. Ci sono infatti sicuramente effetti dovuti al conflitto, ma poi intervengono speculazioni non sempre giustificate. E non finisce qui.

Dalla guerra in Etiopia a quelle recenti: il peso delle accise

Altre "indiziate" per i costi esorbitanti di carburante sono storicamente le accise: le imposte dirette che lo Stato ha via via introdotto nel corso degli anni. Ben 19 “tasse” che, una volta messe in circolazione, lì sono rimaste, alcune delle quali arrivando a vantare una "militanza" ormai notevole.

Vi troviamo infatti, tra le altre, quella per la guerra d’Etiopia del 1935-1936 (1,90 lire, pari a 0,000981 euro odierni), quella per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966 (10 lire, 0,00516 euro odierni), il post terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire, 0,0387) e via via scorrendo fino a quelle più recenti come nel caso del decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011 (0,082 euro), l’emergenza terremoti in Emilia Romagna del 2012 (0,024 euro) o le spese del ‘Decreto Fare’ del 2014 (altri 0,0024 euro). ‘Gocce’ che, messe tutte assieme, stando a recenti rilevazioni del Ministero per lo Sviluppo Economico pesano, considerando anche l’IVA al 22%, per circa il 55% del costo alla pompa.

Gli altri fattori che incidono sul costo

Nel, purtroppo lungo, elenco di fattori che vanno ad incidere sul prezzo dei carburanti figurano poi il rapporto di cambio tra euro e dollaro, che negli ultimi giorni ha visto la moneta statunitense rinforzarsi notevolmente su quella europea. In questo momento la quotazione ha toccato 1,10 (ovvero ciascun euro viene scambiato a 1,10 dollari), di conseguenza, semplificando molto il concetto al fine di renderlo più facilmente comprensibile, in queste settimane comprare petrolio, che sui mercati internazionali viene scambiato per l’appunto in dollari, ‘costa’ di più rispetto a periodi in cui l’Euro era molto più forte.

Va infine tenuto conto dell’andamento del prezzo del Brent, ovvero il petrolio che viene estratto nel Mare del Nord e che in tutto il mondo viene preso come riferimento per le oscillazioni dei prezzi. Pur essendo ancora abbastanza lontano dal record assoluto di 147,5 dollari al barile, toccato nel 2008, ad oggi si attesta a poco più di 129 dollari/barile. Considerato che il 20 dicembre scorso aveva fatto registrare un costo di 70 dollari al barile, è evidente che anche in questo caso vi è stato un incremento esponenziale.

Protestano anche i gestori: self a luci spente durante la notte

Ma i rincari non colpiscono solo gli automobilisti. Pure i gestori protestano: da lunedì prossimo, 14 marzo, gli impianti carburanti con self-service rimarranno al buio durante le ore notturne, in Piemonte come nel resto d'Italia. "Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi - dice Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l'associazione dei gestori - e ora siamo costretti a farlo. Benzina e gasolio aumentano, ma il ricavo dei benzinai rimane fisso. Sono circa 3 centesimi e mezzo al litro: qualunque sia il costo dei carburanti, non guadagnano in centesimo in più. In compenso, i litri erogati diminuiscono proprio a causa dell’incremento dei prezzi e i costi di gestione aumentano: l’aumento medio delle bollette elettriche per i nostri impianti è del 135%; in un anno sarebbero 10.000 euro in più per ciascun un impianto. Così si mette a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese. Siamo coscienti che la nostra decisione potrà comportare qualche disagio per i consumatori, ma siano anche convinti di avere la loro solidarietà, perché noi e loro siamo ugualmente vittime di questa situazione".

Massimiliano Sciullo

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