Con l'87% dei voti favorevoli dei creditori al concordato di continuità aziendale, la vicenda di Scarpe & Scarpe si avvia su un sentiero più "sicuro" rispetto alle incertezze del passato. A ufficializzare il risultato, nelle scorse ore, dopo il semaforo verde dei Commissari Giudiziali è stato il consiglio di amministrazione della storica azienda torinese nata nel 1961 e che lavora nel mondo delle calzature, ma anche pelletteria, abbigliamento e valigeria.
Attualmente, i negozi Scarpe e Scarpe nella provincia di Torino sono circa 15 più la sede di Borgaro, con una media di 10/12 lavoratori per punto vendita. L'istanza fallimentare ha riguardato complessivamente 1.800 dipendenti che operavano in 153 punti in tutta Italia di cui oltre 300 operanti in Piemonte su 32 punti vendita. "La sensazione è positiva, visto lo scenario che si era prospettato - commenta Bernardo Balducci di Uiltucs -. Organizzeremo a breve un incontro nazionale per fare il punto della situazione. Si è vissuto a lungo, tra i lavoratori, con la preoccupazione per il dopo, ma adesso la sensazione è di sollievo. Con lo scenario peggiore sarebbe stato un futuro nero".
Il 100% dei creditori di "prima classe"
In particolare, il concordato ha ottenuto il 100% di voti favorevoli dai creditori della cosiddetta Classe 1 (Agenzia delle Entrate, Dogane, Monopoli e INPS) e oltre l’83% dai creditori della Classe 2 (Fornitori di prodotti e servizi, Banche e Factor). Un'approvazione a larga maggioranza che "rappresenta per Scarpe & Scarpe una dimostrazione di rispetto e fiducia, un passo fondamentale nel percorso che ha visto la società impegnata da quasi due anni, prima nello sviluppo e poi nella implementazione del piano di risanamento e rilancio”, commenta Cristiano Portas, ad di Scarpe & Scarpe. “Nonostante il contesto di mercato fortemente perturbato dagli eventi pandemici, ora aggravato anche dalla guerra e dalla conseguente instabilità geo-politica con gravissime ripercussioni sui costi dell’energia, delle materie prime e dei trasporti, stiamo iniziando a vedere i primi frutti del progetto di risanamento strategico e operativo avviato nel giugno 2020. Il risultato del voto dei creditori ci porta a considerare con ottimismo la prospettiva dell’omologa del concordato. Con tutti i colleghi e collaboratori lavoriamo intensamente, ogni giorno, con rinnovato spirito di squadra nella diligente implementazione del piano concordatario”.
L'avvio della pratica in pieno lockdown
Le pratiche erano state avviate presso il tribunale fallimentare torinese a inizio aprile 2020, nel pieno del lockdown nazionale. Un peso che, sommato a difficoltà precedenti, aveva rischiato di far saltare il banco. L'8 maggio del 2021 il cda del gruppo aveva comunicato il raggiungimento della maggioranza dei creditori, il cui esito favorevole è stato stabilito nello 'spoglio' avvenuto nei giorni scorsi.
Al momento, manca solamente l'omologa del Tribunale per fare in modo che il concordato sia attuabile. Una volta raggiunta l'omologa ci sarà un anno di tempo per versare la retribuzione che era stata 'congelata' in attesa della conferma del concordato. Si tratta dello stipendio di febbraio e parte di quello di marzo. Oltre alla retribuzione dall'omologa ci sarà un anno di tempo per versare il trattamento di fine rapporto (Tfr) ai lavoratori che nel frattempo hanno interrotto l'attività in Scarpe & Scarpe.