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Attualità | 03 aprile 2022, 12:00

Malattie croniche, per un torinese su tre chi si prende cura di un anziano è un familiare

La gestione della patologia è ritenuta complessa nel 20% dei casi. Molto apprezzate le televisite e i servizi di consulenza dedicata: i risultati di un interessante studio di Unisalute

caregiver - foto d'archivio

Malattie croniche, per un torinese su tre chi si prende cura di un anziano è un familiare

Con l'invecchiamento medio della popolazione, convivere con una patologia cronica può essere relativamente semplice, ma non sempre è così: in molti casi è necessaria l’assistenza di un’altra persona. Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con Nomisma, tra il 37% di torinesi che soffre di una patologia cronica, uno su 6 necessita di assistenza, e in un caso su tre (34%) questa è fornita in tutto o in parte da un familiare, che svolge quindi il ruolo di caregiver. 

 

Situazione complesse nel 20% dei casi

Scavando più a fondo, la ricerca ha rilevato come la gestione della patologia sia descritta come complessa o estremamente complessa nel 20% dei casi. Per la maggioranza dei torinesi con una malattia cronica (58%) l’assistenza avviene presso strutture sanitarie, mentre per il 25% del campione interamente a domicilio.

Quando non sono i familiari o il paziente stesso ad occuparsene, a farlo è in genere il personale del servizio sanitario pubblico (19%), di strutture private (9%), o un/una badante (9%). Piuttosto frequente, inoltre, l’utilizzo di servizi di telemedicina, che fanno parte della gestione della patologia cronica per il 16% dei torinesi. 

Visite mediche a distanza e consulenze

Ma quali sono gli strumenti che, secondo chi si prende cura di un familiare affetto da patologie croniche, aiutano di più nella gestione della malattia? In testa troviamo servizi di telemedicina come le visite mediche a distanza, considerate utili dal 61% dei torinesi intervistati. In seconda posizione, i servizi di consulenza che aiutano a trovare assistenza e cure adeguate (56%), seguiti dalla fisioterapia a domicilio, con il 51%.

Ma cresce anche l’attenzione verso il telemonitoraggio, ritenuto utile dalla maggioranza (51%) dei caregiver, con più di uno su quattro (26%) che lo considera estremamente utile. Resta evidente un gap informativo, con il 56% dei torinesi che non utilizza il telemonitoraggio che dichiara di non farlo perché non gli è mai stato consigliato o non sa come utilizzarlo.

Massimo De Marzi

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