Quando si parla di crisi e di risorse non c'è solo Mirafiori. Altrimenti si rischia di dimenticare tutto il resto del territorio di Torino e provincia. Questo è l'ammonimento che la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, ha lanciato in occasione del convegno organizzato questa mattina presso la sala consigliare della sua città dal titolo "Fermare la crisi per ricostruire il declino insieme" e pensato per ragionare sulla crisi occupazionale che ha colpito in modo trasversale le aziende presenti sul territorio torinese.
Tra i presenti, oltre a Edi Lazzi - segretario generale di Fiom Cgil per Torino e provincia - e agli altri rappresentanti della Cgil che ha organizzato l'evento, proprio la prima cittadina di Settimo, ma anche altre autorità come il primo cittadino di Chivasso, Claudio Castello.
"Non si può pensare a difendere soltanto Mirafiori - ha detto Piastra -. La nostra area ha caratteristiche uniche e abbiamo una presenza di grandi imprese davvero molto concentrata e se si pensa solo a Mirafiori, rischiamo di andare in difficoltà anche noi, anche se adesso siamo un'area con meno difficoltà magari rispetto a Mirafiori o al Canavese".
L'automotive come spia dell'allarme più generale
Sotto i riflettori, in particolare, le risorse legate al Pnrr che presto arriveranno (anche) sul nostro territorio. Così come il Gol e il progetto di Area di crisi complessa. "C'è stato un forte calo dell'occupazione nel settore dell'automotive - dice Edi Lazzi -, ma ciò nonostante il suo peso continua a essere considerevole, di oltre il 30%. Ma sono tantissime le aziende che hanno chiuso i battenti e questo perché le produzioni sono calate sul territorio, soprattutto dal mondo Fiat: un crollo dell'87%. E se il settore più importante di un'area metropolitana soffre in questa maniera, il problema ricade sull'intero territorio, piaccia o non piaccia. Bisogna prendere atto di quel che è successo, ma la sensazione è che buona parte della classe dirigente e della politica abbia negato la crisi".
Che fare? "Smettere di pensare che bastino gli eventi e il turismo a sopperire la perdita di posti nell'industria - conclude Lazzi -. Anche perché si tratta di un'occupazione meno strutturata. Fare ricerca e sviluppo per un'industria è diverso che servire una pizza al tavolo, per quanto tutti i lavori abbiano pari dignità. E l'auto non è un'industria matura, ma in trasformazione. E può ancora evolversi".
Rendere il territorio più accessibile, ma puntare anche sulla formazione
"Bisogna rendere questo territorio sempre più accessibile, dal punto di vista delle infrastrutture e non solo quelle fisiche - ha concluso la sindaca di Settimo -, ma c'è anche un percorso legato all'energia: il più delicato. Alcune delle nostre imprese sono iper-energivore e stiamo provando a fare valutazioni che riguardano per esempio l'idrogeno. Intanto le persone che vengono espulse dal mondo del lavoro hanno età medie intorno ai 55 anni e sono difficilissime da ricollocare e per questo il tema della formazione è assolutamente centrale".
"Difficile capire dove si può andare, ma è necessario fare rete - dice Marco Sciretti, assessore al lavoro del comune di Volpiano -. E se il Pnrr saranno debiti che dovranno pagare i nostri figli e nipoti, non potranno farlo con stage retribuiti a 600 euro al mese o con forme contrattuali usate in maniera scorretta. Serve una strategia elaborata a livello locale, ma per arrivare fino all'Europa, dove le regole devono essere uguali per tutti e non possono essere in competizione tra i territori".