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Economia e lavoro | 01 giugno 2022, 11:22

Stop al petrolio russo, Torino lancia l'allarme: "Rischio recessione, almeno in alcuni Paesi. Fatti errori ideologici"

Ospiti al Festival internazionale dell'Economia il premio Nobel Michael Spence e il ministro alla transizione ecologica, Roberto Cingolani: "Non bisogna fare passi indietro sulla decarbonizzazione"

relatori al convegno

Il premio Nobel Michael Spende ospite con il ministro Roberto Cingolani al Festival internazionale dell'economia

Il pacchetto numero Sei delle sanzioni contro la Russia è stato approvato ieri dall'Unione Europea. Entra in gioco - finalmente - anche l'esportazione del petrolio, dalla fine del 2022. Questo impone scelte e strategie che però devono partire già oggi, come quella della decarbonizzazione. Questo il tema centrale di uno dei primi incontri "ufficiali" del Festival internazionale dell'Economia di Torino: dipendenza energetica e crescita economica.

Il premio Nobel Spence: "Rischio recessione è concreto"

"Questa decisione ci farà un po' male - ammette il premio Nobel per l'economia, Michael Spence, ospite in città -. Meno di quello che avrebbe fatto la fornitura del gas naturale, ma in generale sono un po' più pessimista rispetto alla Bce. Secondo me ci sono rischi di recessione, magari non per tutti, ma per alcune aree sì".

Da qui a tre anni, però, la situazione potrebbe migliorare: "Dobbiamo però cambiare", ammonisce Spence.

Il ministro Cingolani: "Attenzione a non fare passi indietro sulla decarbonizzazione"

"Con l'esplosione della guerra abbiamo scoperto quanto fosse pericolosa la nostra dipendenza dalle forniture dalla Russia, ma allo stesso tempo non possiamo fare passi indietro sul cammino della decarbonizzazione per non fare danno all'ambiente - dice Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica collegato da Roma -. Ma al tempo stesso ci sono effetti sul mercato come quello legato alla Cina, che sta procedendo sulla decarbonizzazione puntando sul gas naturale. Per questo bisogna puntare ad abbandonare in fretta anche il gas, adottando fonti rinnovabili, che però non sono programmabili".

Inoltre, ci sono differenze geografiche: "Ci sono accessi all'energia che creano disuguaglianze. E se noi possiamo cercare di procedere tenendo sotto controllo la decarbonizzazione, altri territori non potranno farlo. Sono stati fatti molti errori in passato, sia sull'indipendenza energetica dei singoli Paesi, sia sul mix energetico. Spesso sono stati anche errori ideologici. Serve equilibrio e impegno per non arrivare al 2030 impreparati per le sfide ambientali".

Massimiliano Sciullo

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