"Giulia aveva 41 anni e lavorava in un'azienda di pulizia. È stata molestata sessualmente da un suo superiore ed è stata molto combattuta sulla decisione di denunciare. Ma poi, incoraggiata anche dai sindacati, ha segnalato la cosa ai vertici. Ma l'effetto è stato devastante: è stata lei a essere trasferita e il suo orario, invece che dalle 6 alle 14, è stato spezzato in due fasce". Questo il racconto di Cristina Maccari, segreteria CISL Torino e Canavese, che però aggiunge: "Ha portato in tribunale la sua azienda ed è stata reintegrata nel suo luogo e orario di lavoro. Ma ci sono spazi e modi per evitare di arrivare davanti a un giudice".
Arriva un vademecum
Ecco perché la lotta alle molestie e alle violenze di genere possono passare anche da poche, chiare regole. Come il vademecum che Cgil, Cisl e UIL hanno deciso di promuovere insieme alle sigle datoriali delle grandi (Unione Industriali) e piccole imprese (Api Torino). E che in autunno sarà presentato in molti contesti e occasioni a Torino e provincia. "Vogliamo accendere una lampadina - dice ancora Maccari - per stimolare una sensibilità che arrivi anche agli episodi di violenza domestica".
Conoscere l'argomento, la capacità di ascolto e fare rete sul territorio. Ecco le tre indicazioni principali. "Abbiamo cercato di produrre un documento il più semplice possibile - aggiunge Elena Petrosino, segreteria Cgil - con definizioni e riferimenti normativi, oltre ad alcune sentenze. In modo che tutti, sia rappresentanti sindacali che datori di lavoro, possano orientarsi con semplicità in un argomento così serio".
"La molestia non è solo quella sessuale - conclude Maria Teresa Cianciotta, segretaria UIL - È anche la battuta, la carezza. I compagni di lavoro che non ti sostengono".
















