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Pinerolese | 24 agosto 2022, 17:53

Quando il vino ‘scorre’ dalla Val Chisone a Sidney

La giovane Cantina Ognissanti è un sogno realizzato, che si intreccia con l’Australia

Una vigna a Pomaretto e nel riquadro Michele Percivati

Una vigna a Pomaretto e nel riquadro Michele Percivati

Un filo unisce Perosa Argentina e Sidney, ed è fatto di acini di uva che diventano vino, di passione che diventa professione.

Michele Percivati, 38 anni, originario del pinerolese, da ormai diciannove anni vive in Australia, a Sidney, dove è andato per studiare, pagandosi gli studi con il lavoro di sommelier, ed ora lavora come fisioterapista a tempo pieno “Ma mi capita ancora di lavorare come sommelier in qualche ristorante” sottolinea.

Una passione, quella per il mondo del vino, che risale alla prima adolescenza: “Mi è sempre piaciuta l’idea della campagna, fin da bambino. Ma a quattordici anni ho cominciato ad assaggiare i primi vini, e lì è scattata la scintilla” ricorda Percivati.

Nel frattempo in Italia la famiglia ha sempre vissuto nel Pinerolese, e la svolta arriva quando la sorella Caterina, con il marito, si trasferiscono a Perosa Argentina, in Borgata Toirano, dove si trovava anche un terreno che poteva essere coltivato con vigneti.

“Io e mio marito da sempre siamo appassionati di tutto ciò che è orto e cura della terra – sottolinea Caterina –. E vedendo quel terreno ho subito pensato di avvisare mio fratello, anche se noi vino non lo avevamo mai fatto”.

Il fratello Michele riceve la notizia con entusiasmo, e subito chiede di cercare anche vigneti abbandonati nei dintorni, trovandone sempre in Perosa Argentina, ed anche a Pomaretto.

Così, nel 2018 nasce l’azienda Ognissanti, con sede in Borgata Toirano: “I primi ‘esperimenti’, che abbiamo mandato ad assaggiare anche in Australia, sono stati positivi, e così con le vendemmie 2018 e 2019 è nato il nostro primo vino, un vino rosso che abbiamo chiamato Tröi, dal nome del primo vigneto vicino a casa – ricorda Caterina –. Ma l’abbiamo fatto vinificare ad Alba. Dal 2020, abbiamo acquistato una cantina a Roure, e siamo diventati la Cantina Ognissanti, ora il vino lo produciamo noi”.

Nel frattempo Tröi ha cominciato ad ottenere riconoscimenti soprattutto all’estero e se per tre anni, causa pandemia, Michele da cittadino australiano non ha potuto lasciare l’Australia, a giugno, in occasione dell’ultima edizione di ‘Vini all’insù’ è tornato qualche giorno ‘a casa’, e l’ha fatto con grande orgoglio: “Il nostro vino mi è piaciuto subito, ma da quando l’abbiamo vinificato noi ha fatto un ulteriore salto di qualità – commenta Michele –. Non perché è mia sorella, ma è stata veramente in gamba. Lei e mio cognato hanno fatto un lavoro eccezionale in vigna, ed il vino nasce lì, nasce dalla terra. Il nostro è assolutamente naturale, in vigna il lavoro viene svolto quasi tutto manualmente, si utilizzano pochi e basilari fitofarmaci, ed infine al vino non viene aggiunta neppure una minima parte di solfiti”.

Fiero dei riconoscimenti che stanno arrivando a livello internazionale, e particolarmente della recensione del Master Sommelier neozelandese Cameron Douglas, che ha dato al vino Tröi ben 92 punti su 100, Michele ora sogna in grande, e i suoi sogni parlano tricolore: “Attualmente stiamo vendendo molto all’estero, principalmente Australia e Nuova Zelanda, ma abbiamo già dei buoni contatti anche in Norvegia, Danimarca, e ci stiamo aprendo al Giappone – spiega –. Mentre in Italia, patria del vino, c’è un po’ un pregiudizio riguardo ai vini del Pinerolese. Ma le cose stanno cambiando, grazie anche ad altri produttori seri della zona, e un’intera comunità che, salvo rare eccezioni, dimostra di saper collaborare. Quindi ci stiamo muovendo, principalmente per ora fra Piemonte e Lombardia, per diffondere il nostro vino”.

Nel frattempo anche in cantina i progetti sono in espansione: “Sono in arrivo due nuovi vini – anticipa Caterina – un vino bianco, che si chiamerà Mi Kha El, in omaggio a mio fratello, ed un nuovo rosso affinato in anfore di terracotta”.

Tatiana Micaela Truffa

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