Una lettera indirizzata a Carlos Tavares, in vista del prossimo viaggio a Torino del ceo di Stellantis previsto per il 20 settembre. Una giornata in cui incontrerà il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore Alberto Cirio. E' quella firmata dai lavoratori della Teksid di Carmagnola, che rappresentano una delle emergenze del mondo automotive quando si parla di transizione ecologica: che fine faranno i lavoratori delle fabbriche specializzate in diesel e benzina? La Teksid è una di queste, legate a doppio filo con le vecchie motorizzazioni.
Tre anni di prospettiva, ma poi c'è timore
La firma in calce al documento è di Fim, Uilm, Fismic, Uglm a Associazione quadri. "Alcuni mesi fa le organizzazioni sindacali hanno avuto un incontro con i vertici dello stabilimento Teksid, a quel tavolo la direzione aveva fatto delle dichiarazioni sulla fonderia di Carmagnola che non ci fanno vivere sereni. E’ pur vero che questa fabbrica al momento gode di buona salute, ma i nostri pensieri vanno al futuro visto che hanno dichiarato che per 3 anni il lavoro c’è e inoltre si fa pure dello straordinario. Se nel breve tempo possiamo stare tranquilli, non abbiamo garanzie per gli anni che verranno, al momento in stabilimento si vedono solo dismissioni di macchinari, ma non si vede nulla a riguardo di nuove produzioni".
A Carmagnola si lavora per i motori endotermici. E dopo?
La Teksid Aluminum di Carmagnola è una fonderia del gruppo Stellantis che occupa attualmente circa 1000 lavoratori. Produce componenti per l’automotive nella quasi totalità teste cilindriche e basamenti motore di tipo endotermico. "A fronte dello stop dei motori endotermici deciso dall’Unione Europea e la conseguente verticalizzazione di Stellantis verso i modelli a trazione elettrica, quale sarà il nostro futuro? - si chiedono i lavoratori -. La produzione della Teksid Aluminum verrà convertita su nuove componentistiche per i nuovi modelli elettrici? Quali saranno le prospettive occupazionali? Che conseguenze ci saranno per il nostro territorio? Come verranno tutelate le aziende energivore come la nostra visto che il costo delle materie prime come energia elettrica, metano e alluminio stanno aumentando in modo schizofrenico? Queste sono le paure dei lavoratori (e delle loro famiglie, 1000). Come consiglio di fabbrica chiediamo delle risposte, vogliamo vedere un piano industriale che ci consideri e che permetta di non desertificare un territorio già provato dalla deindustrializzazione".