"È irriconoscibile rispetto a due anni fa". "Qui c'erano ancora i bagni alla turca". Sono tanti gli sguardi che osservano con sorpresa la nuova struttura, in occasione del taglio del nastro. Una casa "ristrutturata" per la cura delle dipendenze (qui soprattutto da sostanze) e della salute mentale. È quella di via Montevideo 45, nel cuore di borgo Filadelfia: realtà attiva dalla metà degli anni Ottanta e che, dopo un profondo intervento di riqualificazione, torna a proporsi alla cittadinanza come un luogo accogliente e innovativo.
A questa struttura l'accesso proviene soprattutto da Lingotto e Nizza Millefonti. In un laboratorio a parte, si provvede anche alla somministrazione del metadone. Sono stati spesi circa 500mila euro e l'attività si svolgerà all'interno di una rete di quattro Strutture complesse distribuite sul territorio torinese, per 13 Csm. "Seguiamo circa 1200 persone - dice Giorgio Gallino, direttore della S.C. Psichiatria Rete Ospedale-Territorio (Sud-Est) - e ogni anno ci sono 200 nuovi casi. Gli aumenti sono legati soprattutto a disturbi d'ansia o di depressione, per la pandemia ma anche per la fine della pandemia, che ha fatto ripartire incontri e momenti sociali".
Si contano circa 12mila prestazioni all'anno, di cui 4.500 per motivi psicologici e psichiatrici. Le diverse figure professionali operanti qui sono 17.
"Siamo cuore del territorio e la dignità di un posto passa anche dal suo aspetto estetico - dice Massimo Rosa, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e del Dipartimento delle Dipendenze -. Disagio e angoscia si combattono anche così e nei prossimi mesi apriremo nuovi spazi. Dal dramma della pandemia si esce solo facendo sistema".
"Raccogliamo i frutti dell'impegno di questi anni"
"Come azienda abbiamo messo in campo molte risorse per stare più vicini ai cittadini e ora raccogliamo i frutti, la pandemia non ci ha distratto da questo - dice il direttore generale della Asl Città di Torino, Carlo Picco -. Questo è uno dei tanti passi che proseguiranno anche con il Pnrr, come già successo per l'hospice di via Farinelli. Oppure la scuola infermieri. Abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo".
"Non c'è una salute di serie B"
"Il servizio offerto per salute mentale e dipendenze è ancora più importante in questa fase storica, uscendo anche dallo stigma che per lungo tempo c'è stato, a livello sociale, su questi temi - sottolinea Jacopo Rosatelli, assessore comunale al welfare e con le deleghe ai rapporti con le Aziende sanitarie -. Cresce l'attenzione, ma anche i problemi: dopo la pandemia la domanda è cresciuta e il fenomeno investe fasce sociali e generazioni in maniera trasversale. Non sono malesseri di serie B e devono essere il cuore della risposta del mondo della salute pubblica".
"Preoccupato soprattutto dai giovani"
"È uno dei tanti tasselli per il potenziamento del territorio dopo un periodo ospedale-centrico - commenta l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi -. Sono tante le inaugurazioni che stiamo facendo, per ricostruire la sanità vicino a casa, perché non ci sono pazienti meno importanti. La pandemia ha poi dimostrato come siano i giovani le figure più fragili: depressioni e non solo".