Il commercio di vicinato cambia pelle. E tra i fenomeni che stanno prendendo piede (anche) a Torino ce n'è uno sempre più evidente: al posto dei negozi tradizionali si moltiplicano i self service.Quei luoghi in cui, al coperto di un locale che un tempo ospitava un esercizio commerciale, ora si trovano macchinette ed erogatori di bevande calde, caffè, acqua in bottiglia, ma anche altri prodotti alimentari o non commestibili.
Non solo nelle zone centrali
Una tendenza che, all'inizio, si era manifestata soprattutto nei luoghi più centrali della città, con un passaggio robusto di persone, ma che col passare del tempo si sta manifestando anche in aree più periferiche.
Alcuni esempi possono arrivare da Torino Sud. Nell'area che orbita intorno alla facoltà di Economia e commercio ne è nato uno, nei mesi scorsi, proprio in via Arnaldo da Brescia. Ma col passare delle settimane un altro è comparso alcuni isolati più in là, in via Reduzzi, a pochi passi dal complesso scolastico che raccoglie quelle che un tempo erano le scuole Duca degli Abruzzi, Vico e Michelangelo.
Lo stesso è successo in via Passo Buole, appena superato il cavalcaferrovia, dunque in piena zona Nizza Millefonti. Ma i casi simili non mancano nemmeno a Mirafiori, nei pressi della succursale della scuola media Calamandrei. E ancora altrove.
Un mondo che cambia. In meglio?
Il segnale, dunque, è evidente. Dove non sono le serrande abbassate a manifestare un'assenza di attività, stanno subentrando queste tipologie di vendita "automatiche". Una sorta di non-negozio che rende pubblico quell'angolo che una volta era il punto ristoro all'interno delle aziende o delle stazioni ferroviarie. Sicuramente, una forma di introito alternativo per i proprietari dei "muri" che ospitano l'attività, ma anche un nuovo concorrente per il commercio di vicinato: senza orario e senza costo per gli adetti.