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Economia e lavoro | 17 ottobre 2022, 06:32

Commercio, Banchieri: "Il caro bollette è la priorità ma chiediamo sgravi fiscali e una webtax"

Il presidente nazionale della Fiepet, la Federazione degli esercizi pubblici di Confesercenti, in esclusiva a More News

Commercio, Banchieri: "Il caro bollette è la priorità ma chiediamo sgravi fiscali e una webtax"

"Commercio e turismo sono tra i settori più a rischio sopravvivenza e gli interventi finora messi in campo si stanno rivelando drammaticamente insufficienti“".

A lanciare il grido di allarme è Giancarlo Banchieri, presidente nazionale della Fiepet, la Federazione degli esercizi pubblici, nonché vicepresidente nazionale di Confesercenti e lo fa in un momento molto delicato per tutto il comparto, che ora - dopo pandemia, guerra e speculazione, attende risposte dal Governo che si è appena insediato per poter sperare nel futuro.

"Quello commerciale è stato uno dei settori indubbiamente più colpiti durante la pandemia. Ora le bollette alle stelle, l’alta inflazione e la contrazione dei consumi mettono a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese - rimarca il presidente Banchieri -. L’emergenza immediata è quella del caro-bollette: chiediamo sostegni robusti e immediati e, soprattutto, interventi strutturali come il tetto al prezzo del gas e lo sganciamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Ma non dimentichiamo che nel nostro settore esistono altre priorità per le quali ci battiamo da tempo: al futuro governo chiediamo anche l’adozione di una webtax, contro lo strapotere dei giganti dell'e-commerce e poi una legge sulla rappresentanza, un fisco meno punitivo per le imprese e misure per salvaguardia della funzione sociale del piccolo commercio".

In Italia, soprattutto nei piccoli paesi, le botteghe rappresentano una grande risorsa non solo commerciale, ma anche sociale. Però sopravvivere è sempre più difficile, per i costi, la burocrazia, la concorrenza dei centri commerciali e l’e-commerce. Queste botteghe però sono anche un presidio del territorio, come si possono aiutare?

"Devono sicuramente essere aiutate, come importante presidio del territorio. Io sono di Torino e credo che la Regione Piemonte abbia impostato un sostegno utile e da replicare in altre realtà italiane. Mi riferisco al recente stanziamento di tre milioni per sostenere le 'botteghe di servizio' nei paesi di montagna con meno di 5mila abitanti. Certo, non è sufficiente, ma speriamo che sia la dimostrazione di una maggiore attenzione verso la vera propria funzione sociale che svolge il commercio di vicinato, specialmente nei piccoli centri. Gli imprenditori che hanno il coraggio di investire oggi in aree 'difficili' devono essere sostenuti anche con facilitazioni mirate, per gli affitti e per gli investimenti iniziali, ad esempio, ma anche con sgravi fiscali. Ma più in generale, tutto il commercio di vicinato - e non solo quello dei piccoli paesi - ha bisogno di un contesto più favorevole in cui operare: le priorità che ho prima indicato per il prossimo governo vanno in questa direzione".

Carlin Petrini, si è schierato in maniera pesante contro Amazon. È Amazon il centro di tutti i mali del commercio?

"Amazon e tutte le altre gradi piattaforme non sono di per sé il male e, in ogni caso, dobbiamo prendere atto dei cambiamenti intervenuti nelle abitudini di vita e di consumo. Ma diventano il male se - come succede ora - non sono regolamentati e godono di una rendita di posizione a danno del commercio fisico: il trattamento fiscale dei negozi è enormemente più pesante di quello dei giganti del web. È facile vincere i cento metri se i tuoi concorrenti sono costretti a saltellare su una gamba sola. Dunque, chiediamo parità di trattamento. Ciò anche nell’interesse dei consumatori: non credo che neppure a loro piacerebbero vie e quartieri desertificati nei quali scorrazzano solo i camioncini delle consegne”.

Gli italiani sono eccellenti risparmiatori: sarà la nostra arma vincente per tentare di superare questa tempesta perfetta?

"È vero, siamo un popolo di risparmiatori e questa è sempre stata la nostra forza. Faccio notare, però, che proprio un recente studio di Confesercenti dimostra che, per far fronte al caro-bollette e all’inflazione, gli italiani hanno incominciato a intaccare il gruzzolo, messo da parte in tanti anni, e che negli ultimi mesi la propensione al risparmio sta significativamente diminuendo: anche per contrastare questa tendenza un intervento deciso contro i rincari è necessario".

Lei dove va a fare la spesa?

"Salvo eccezioni dovute alla fretta e alla mancanza di tempo, continuo a privilegiare negozi e mercati: nonostante le difficoltà, Torino, la città dove vivo, vanta ancora una rete commerciale di prim’ordine". 

In generale possiamo parlare di criticità e di punti di forza del settore commerciale delle nostre regioni?

 “Certo, ci sono lati chiari e di ombra ovunque. Parlo di Torino e del Piemonte, che conosco meglio. Il punto di forza è sicuramente la persistenza di un tessuto imprenditoriale robusto e soprattutto della voglia di investire e mettersi in gioco che caratterizza i tanti che fanno gli imprenditori e i tanti che vogliono intraprendere questo percorso. Il punto debole è l’incapacità di fare squadra fra i soggetti economici e le istituzioni. Qualcosa è migliorato, in questi anni, ma è ancora insufficiente. Mi limito a un solo esempio: la promozione turistica dei territorio. Se il Piemonte - e Torino in particolare - non hanno ancora dispiegato tutte le loro potenzialità, dal punto di vista turistico, ciò in parte è dovuto alla debolezza della nostra politica di promozione/comunicazione. Se ne occupano in troppi e in modo non coordinato: che è come non occuparsene.

Quale futuro vede per Confesercenti?

"Sono socio e dirigente di Confesercenti da molti anni - come mio padre prima di me - perché ho ben chiaro che molti problemi non si risolvono se non in termini collettivi. Purtroppo, un numero non sufficiente di colleghi ha questa consapevolezza, in parte senza dubbio anche per i limiti di Confesercenti e delle associazioni di categoria in genere. Nonostante questo, continuo a rimanere convinto che il ruolo dell’associazionismo rimanga essenziale per la difesa del commercio di vicinato. Far parte di Confesercenti offre moltissime opportunità: in termini di servizi all’impresa, di formazione e crescita professionale, di confronto con i colleghi, di possibilità di essere rappresentati nelle istituzioni locali e nazionali".

NaMur

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