"Siamo preoccupati come tutti, viviamo alla giornata". Così Giampiero Orleoni, presidente Arpiet, sintetizza la condizione in cui si stanno preparando alla nuova stagione sciistica le aziende che gestiscono gli impianti di risalita in Piemonte.
L'incognita legata al caro energia
Se un tempo l'incognita era il meteo (e negli ultimi due anni la pandemia), ora il vero nemico è il caro energia. Che per gli impianti è fondamentale per muovere skilift e seggiovie, ma anche per sparare la neve. "Per noi è la seconda voce di spesa e temiamo rincari di almeno il 20-30% nei costi".
Costi in aumento anche del 30%
Che fare? "C'è chi riesce a lavorare con tariffe vecchie - dice Orleoni - e chi invece deve aggiornare i prezzi. Vedremo, con le aperture e gli innevamento, quale sarà la situazione".
Non tutti i costi potranno essere assorbiti dai prezzi al pubblico. "Gli aumenti saranno contenuti - dice Orleoni - anche se siamo in attesa di capire anche eventuali scelte da parte della Regione".
Orleoni: "Non li scaricheremo sul pubblico"
"Come scelta di gestione si potrebbe valutare di aprire parte degli impianti e altri no, ma dipenderà anche dall'afflusso di pubblico. Se ci saranno giorni con meteo contrario o poca presenza si potrebbe ragionare su qualche risparmio", ha aggiunto Orleoni.
La voglia di neve però resiste. "Prenotazioni e voglia di sci ci sono, la gente si muove e vuole tornare a sciare. Speriamo si confermi".
