Dopo sette anni viene finalmente restituita al pubblico di Palazzo Madama, la Sala dei Tessuti. In mostra al secondo piano del museo, oltre cinquanta opere della collezione di tessuti e moda che comprende circa 4.000 manufatti alcuni dei quali non vengono esposti da anni.
Un corpus di opere tra i più importanti in Italia, è allestito in modo da riproporre a rotazione le nuove opere della raccolta. Il percorso cronologico ma anche per grandi tappe. Si parte dagli antichissimi ricami copti risalenti al quarto e sesto secolo a.C. posti al centro della sala e donati al museo del 1902, fino ai più recenti tessuti di inizio ‘900 realizzati dall’azienda Guglielmo Ghedini.
Dalla collezione di abiti e accessori di moda è esposta una scelta di capi, che spazia dal XVII secolo agli anni Venti del XX secolo. Alcuni di essi sono stati oggetto di restauro e di studio in anni recenti. La riapertura della sala è occasione per vedere ora un giuppone ricamato con i nodi di Casa Savoia, unico capo seicentesco - oggi conservato - riferibile con certezza al casato, un’andrienne confezionata con un ricchissimo lampasso lionese precedente la metà del Settecento, un abito femminile in stile Impero in leggerissima garza di seta e due briosi vestiti in stile Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto anche un sorprendente banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. È presentato con un habit in velluto miniatura ricamato a fiori e diversi accessori maschili in una vetrina ambientata, che racconta il piacere del vestirsi e l’agio della vita dei gentiluomini nel secolo dei Lumi.
"Capi come questi, ci permettono di capire abitudini, movimenti, caratteristiche fisiche di chi li indossava", spiega la curatrice.