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Cultura e spettacoli | 27 dicembre 2022, 07:00

Mario Soldati: la sua eredità a 65 anni dal primo racconto televisivo enogastronomico della storia

Un convegno organizzato dall'omonima Fondazione, mercoledì 28 dicembre al Collegio San Giuseppe

Mario Soldati: la sua eredità a 65 anni dal primo racconto televisivo enogastronomico della storia

Mario Soldati. 65 anni fa conduceva il primo reportage sull’enogastronomia italiana per la Rai: “Alla ricerca dei cibi genuini, viaggio nella valle del Po”. 

Una trasmissione in diverse puntate, in cui compariva la figura di questo uomo elegante, composto, un dandy di quegli anni, immerso in un contesto rurale, di campagna, con una telecamera a inquadrarlo e accompagnato da testimonianze locali. Un format ancora oggi presente e adottato dalle televisioni in tutto il mondo. 

Un documento pionieristico che fece la storia della narrazione del cibo, della ristorazione e del vino, primo non solo a livello italiano ma probabilmente a livello europeo.  

Proprio per celebrare questo momento e insieme ricordare il giornalista, scrittore e conduttore televisivo, mercoledì 28 dicembre dalle ore 14.30 alle ore 18 al Collegio San Giuseppe si svolgerà un convegno organizzato dalla Fondazione Mario Soldati con un parterre di ospiti di spicco che analizzeranno l’eredità dell’autore nelle sue diverse declinazioni. 

Non un convegno tradizionale, basato su lunghe relazioni tecniche, ma un momento di confronto, di stimolo, di discussione, di indagine e di scoperta aperto a tutti. L'obiettivo guida è quello di proporre un ideale manuale di istruzioni per navigatori di un panorama enogastronomico sempre più globale, mutevole e non facilmente decifrabile.

“Il suo stile è rimasto, da dopo di lui tutti hanno iniziato a raccontare il vino e il cibo -spiega Guido Barosio -. Antesignano, predecessore a livello internazionale, aveva scritto anche “Vino al vino”, una trilogia, in cui per la prima volta fa il racconto del vino, con i produttori, il territorio. Insomma, il lavoro che sta facendo Slow Food negli ultimi trent’anni”. 

E che cosa resta dunque oggi della sua eredità?

“Direi tutto tranne lui. Come accade a tanti scrittori piemontesi del ‘900, di Mario soldati si sono un po’ dimenticati tutti. E’ stato un autore eclettico, ma è finito nell’oblio per un limite culturale. Il nostro desiderio è proprio di riportare Soldati in primo piano”. 

Cosa ne penserebbe oggi Soldati di tutto quello che è il racconto del food e dell’enogastronomia? 

“Abbiamo raccolto una serie di personaggi anche diversi tra di loro perché vogliamo vedere da allora a oggi cosa è successo e vedere cosa succederà. Penso che Soldati sarebbe contento che si fa ancora a modo suo, ma probabilmente non gli piacerebbe dell’esagerazione. C’è una generale overdose di notizie sull’enogastronomia, purtroppo molto meno attendibili di una volta. Soldati, come anche Venturelli, erano giornalisti scrittore che narravano la verità documentata, scrivevano quello che pensavano. Oggi è tutto più mescolato, legato più o meno a operazioni commerciali che intercettano i gusti delle persone. Non gli piacerebbe nemmeno il modo di scrivere di oggi, molto meno elegante, veloce e meno controllato. Convengo soldati è lo spunto, interventi molto brevi, format tv 

Il progetto avrà un seguito? 

“Vorremmo portare avanti altri progetti e iniziative legati al turismo e al cibo. Per l’anno prossimo inoltre vorremmo raccontare altri scrittori come Soldati ancora bellissimi da leggere, ma che sono stati un po’ dimenticati, senza dimenticare il contesto contemporaneo”. 

 

Per iscriversi: info@mastermariosoldati.it 

Chiara Gallo

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