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Economia e lavoro | 04 febbraio 2023, 16:23

Niente premio di risultato: scioperano i softwaristi di Spindox anche nelle sedi di Torino e Ivrea

In tutto sono mille i dipendenti sparsi in tutta Italia. Malerba (Fiom): "Modello arcaico di gestione che non redistribuisce un po' della ricchezza prodotta col lavoro"

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Sciopero nella giornata di ieri per i softwaristi delle sedi di Torino e Ivrea

Sciopero per ottenere il premio di risultato: succede (anche) a Torino e Ivrea, nelle sedi locali di Spindox. A incrociare le braccia, nella giornata di ieri, sono stati i softwaristi riuniti nel coordinamento Fim Cisl e Fiom Cgil, che rappresenta anche le realtà che operano su scala nazionale a Milano, Roma, Firenze, Cagliari, Bari, Modena, Salerno e Trento.

I sindacati definiscono "massiccia" l'adesione in tutte le sedi, a fronte della richiesta di istituire il Premio di Risultato e supportare i lavoratori che stanno

subendo l’impennata inflazionistica. Richiesta negata dall'azienda, che è quotata alla borsa di Milano e si occupa di consulenza e produzione software e intelligenza artificiale.

I dipendenti sono oltre 1000 e accusano Spindox di aver "disatteso l’impegno preso a marzo 2022 di discutere il Premio di Risultato e negato qualsiasi tipo di intervento economico a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici, neanche in buoni benzina o welfare per far fronte all’inflazione galoppante".

Nonostante i risultati strombazzati agli investitori di borsa, Spindox conserva un modello arcaico di gestione unilaterale, negando di redistribuire col PdR un po’ della ricchezza prodotta dal lavoro dei suoi tanti preparatissimi dipendenti - dice Lino Malerba, della Fiom Cgil di Torino -. Fatturato e utili restano in cassaforte mentre tecnici e softwaristi di talento lasciano l’azienda accettando condizioni migliori offerte dagli altri operatori sul mercato. Tutto questo non fa bene neanche all’azienda. Spindox è cresciuta in fretta, ma dovrebbe fare un salto di qualità anche nelle relazioni industriali verso un modello concretamente partecipativo. I

lavoratori ne sono convinti e noi non molliamo".

Massimiliano Sciullo

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