Torino fa da sola. Dopo la doccia fredda arrivata dai Governi scorsi che avevano prima promesso e poi in parte ritrattato l'assegnazione dell'istituto nazionale per l'intelligenza artificiale, ecco che prende avvio l'attività di Centai, il centro di ricerca avanzata nel campo dell'AI, nato dalla partnership tra Intesa Sanpaolo (al 49%) e un team di ricercatori internazionali, che detengono il 51%.
Tre giorni di debutto
Il debutto ufficiale del progetto è stata la proiezione della video installazione immersiva "Vouc/Nous", cui seguirà nei primi due giorni di marzo un convegno ospitato presso il Grattacielo di Intesa, proprio sui temi della ricerca AI e sui sistemi complessi. "Vogliamo capire di più di queste tecnologie e capire come metterle a servizio dei nostri clienti", dice Stefano Cappellari, direttore regionale di Intesa per Piemonte, Sardegna e valle d'Aosta. "Le piccole e medie imprese, soprattutto, sentono il timore di come affrontare la transizione digitale, cyber security compresa. E anche in questo caso vogliamo essere presenti".
Aiuto alla banca, ma anche alle aziende e alla società
Dalla finanza ai sistemi bancari, passando per le tematiche economico-sociali e sul rapporto uomo-macchina. Le sfide per Centai saranno a 360 gradi. "Il Centai non opererà solo a favore di Intesa, ma società, imprese ed enti pubblici per aiutare la collettività a prendere le decisioni migliori e continuerà ad attitare talenti ed eccellenze legate all'intelligenza artificiale", dice il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro.
La caratteristica principale del Centai è quella di fare ricerca alta "blue sky" (cioè, non tenuta a ottenere un effetto concreto), "ma come se fossimo una start up dobbiamo poi trasferire le conoscenze al mondo delle imprese", spiega Francesco Bonchi, direttore di ricerca per Centai. "E noi cercheremo di prendere il meglio da entrambi i mondi".
"Siamo in una società molto complessa, con problemi attuali e anche problemi futuri: siamo interconnessi e molto legata tra i suoi elementi. Ma se questa è una forza, può essere anche una debolezza se succedono perturbazioni come una pandemia. Ecco perché dobbiamo essere resilienti", commenta Yamir Moreno, presidente del Comitato direttivo del laboratorio di ricerca. "Dobbiamo fare oggi scelte che ci influenzeranno nel futuro, nei prossimi decenni".
"La parte di intelligenza artificiale che vediamo ora sui media è ciò che sappiamo di lei, ma quel che non vediamo o conosciamo è una porzione enorme", aggiunge. "Compresi i limiti di un algoritmo, fino a quando può apprendere e quali metodi in futuro saranno sviluppati".