Compositori romantici che hanno attraversato l'Ottocento, Max Bruch e Pëtr Il’ič Čajkovskij incarnano quei sentimenti di crescita, espansione, passione a cui si richiama lo stagno, l'elemento alchemico noto per la sua duttilità ed al quale è dedicato il concerto di aprile di OFT.
A portare le musiche di questi due grandi autori martedì 18 aprile, alle ore 21, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino sarà l'Orchestra Filarmonica di Torino diretta dal maestro Giampaolo Pretto. Sul palco, come solista, Luka Faulisi, violinista francese italo-serbo che, ad appena vent'anni, è tra i più promettenti della sua generazione. Di Faulisi, il cui suono è stato definito “da un milione di dollari”, è appena stato pubblicato per la Sony Classical International l'album di debutto “Aria”. Impegnato con concerti in vari Paesi, quello con OFT di aprile è anche il debutto su un palco italiano.
I due autori in programma hanno avuto, nel tempo, sorti ben diverse. Su Max Bruch, musicista tedesco vissuto tra il 1838 e il 1920, è sceso l'oblio, tranne che per il Concerto n. 1 in sol minore per violino e orchestra op. 26, brano molto amato dai violinisti poiché si inserisce in quel filone che assegna a questo strumento un ruolo di grande virtuosismo e romanticismo. Il Concerto di Bruch, in questo, mantiene le promesse, creando presupposto per il violino solista e l'orchestra di un dialogo vivace e appassionato, che si snoda in un finale dai toni folk popolari, retaggio della moda dell'epoca ma che conserva tutt'oggi una nota allegra e accattivante.
La fama di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) si è invece conservata intatta nei decenni. Tra le opere da lui composte, la Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 risale al 1872. All'epoca, il compositore si trovava in vacanza con la famiglia della sorella Aleksandra a Kamjanka, in Ucraina. Il soggiorno influì sul testo, che rimanda alla musica folk locale. In particolare, l'ultimo movimento, brioso e ritmato, richiama espressamente il tema della canzone popolare ucraina «La gru». Per questo, in seguito, il brano venne soprannominato «Piccola russia». Eseguita con successo per la prima volta l'anno successivo sotto la direzione di Nikolaj Rubinstein, la Sinfonia venne in seguito più volte rivista, secondo la consuetudine di Čajkovskij di rimettere mano ai suoi lavori.
Nel solco di una tradizione varata da alcuni anni, il concerto in Conservatorio è aperto dal micro racconto ispirato al programma musicale e scritto appositamente per OFT dal giornalista e musicista Lorenzo Montanaro. La lettura del testo, per immergersi nell'atmosfera speciale del concerto, è affidata all’Associazione liberipensatori “Paul Valéry” e all'Accademia di formazione teatrale Mario Brusa di Torino.
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