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Politica | 25 maggio 2023, 12:31

Contestazione Roccella al SalTo, gli Extinction Rebellion: "Raccontate falsità, non è la nostra protesta a essere fascista"

Gli attivisti ricostruiscono quanto successo al Salone del Libro: dalle ragioni della contestazione alla scelta di rifiutare il confronto, fino all'intervento della polizia: "Perquisizioni, telefoni sequestrati e persone strattonate"

Contestazione Roccella al SalTo, gli Extinction Rebellion: "Raccontate falsità, non è la nostra protesta a essere fascista"

"Se la nostra è stata violenza privata, le loro politiche sono violenza pubblica". Così gli attivisti rivendicano - con 5 giorni di ritardo - la contestazione alla ministra Roccella al Salone del Libro. Il documento è firmato da Extinction Rebellion, Fridays for future e Non una di meno: all'interno si cerca di fare chiarezza sulle ragioni della contestazione e sula scelta di scendere dal palco, ma si denuncia anche il presunto comportamento delle forze dell’ordine, colpevole - a quanto raccontano gli attivisti - di perquisizioni, sequestro di telefoni e e strattonamenti ai danni dei manifestanti.

 

"Nei giorni successivi alla contestazione al Salone del libro", spiegano, "si sono susseguite tantissime dichiarazioni ai limiti della diffamazione nei confronti di Non Una di Meno, Extinction Rebellion e Fridays for Future. A rincarare la dose, le dichiarazioni della stessa ministra Roccella, che ha affermato: 'Se non ci sono state aggressioni è anche perché c'era la polizia' e ancora 'Ci sono stati dei tafferugli". Frasi puntualmente smentite dai numerosi video presenti sul web e dagli stessi principi che definiscono i movimenti coinvolti".

Nei giorni successivi, politici nazionali hanno parlato di "fascismo degli antifascisti" e "negazione del diritto di parola", ma i manifestanti non ci stanno: "Non esiste un solo video in cui appaiono forme di violenza da parte di chi stava contestando. Ci hanno accusati di non essere disposti al dialogo e di avere impedito alla ministra di parlare. L'enorme spazio mediatico riservato agli esponenti del Governo su questa vicenda dovrebbe rendere chiaro a tutti l'asimmetria nell'accesso ai media di una ministra e di semplici cittadini. Dovrebbe renderci chiaro quanto parlare di fascismo e squadrismo sia grottesco".

 

Le 29 denunce e la reazione delle Forze dell’Ordine

"Certamente non invitano al dialogo le 29 denunce per 'violenza privata' annunciate dalla Questura di Torino", continuano i manifestanti. "Il racconto che emerge, testimoniato dai video in circolazione, è di semplici persone che, usando i propri corpi e le proprie voci, si sono alzate per cantare dei cori e pronunciare parole di dissenso, in una protesta pacifica che mai ha sfociato nella violenza. Cori ai quali si è via via unita in solidarietà una folla variegata, che ha animato, rinvigorito e trasformato la protesta, mostrando come le posizioni di Roccella e Marrone sull’autodeterminazione delle donne abbiano suscitato sdegno anche tra i visitatori del Salone".

Il racconto che emerge oggi dalle attiviste descrive un pesante clima di intimidazione, di minacce da parte delle forze dell'ordine, di persone strattonate e trascinate via con la forza, di telefoni sequestrati e zaini perquisiti "in maniera illegittima e senza mandato". "Se si andrà davvero a processo per violenza privata", concludono le attiviste, "ci andremo tutte insieme, compresi ministri, assessori e forze dell’ordine. Se la nostra è violenza privata, le loro politiche sono violenza pubblica".

 

 

 

Il fascismo degli antifascisti

Le persone che hanno partecipato alla protesta sono state accusate da Roccella di aver mostrato 'il fascismo degli antifascisti'. "Quindi dei cittadini che, in uno stato democratico, usano i propri corpi e la propria voce per contestare pacificamente una ministra e le scelte politiche che porta avanti il governo italiano in tema di diritti civili e lotta alla crisi climatica, sarebbero un metodo fascista?", si chiede per concludere un'attivista di Extinction Rebellion.

redazione

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