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Politica | 26 giugno 2025, 12:40

Riparte la battaglia sul fine vita, anche a Torino raccolta firme per legalizzare l'eutanasia

Il 1° luglio banchetto davanti al Consiglio Regionale, dopo la "bocciatura" del 2023

Parte anche a Torino la raccolta firme per la proposta di legge per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia, proposta dall’Associazione Luca Coscioni.  

L’obiettivo è di raccogliere 50mila sottoscrizioni, cartacee e digitali, in due settimane necessarie per poter depositare la proposta in Parlamento prima della ripresa della discussione sul tema prevista in Senato il 17 luglio.

Banchetto davanti a Palazzo Lascaris

Nel capoluogo piemontese il banchetto è stato allestito in piazza Castello a partire dalle 11 alle 19, per poi spostarsi fino mezzanotte in piazza Santa Giulia: sono decine i torinesi ed i piemontesi che hanno già deciso di aderire.  Il 1° luglio la raccolta si sposterà davanti al Consiglio Regionale, "di fronte a quello stesso portone che è stato sbattuto in faccia agli 11.438 cittadini che avevano firmato quella proposta di legge per l’aiuto medico alla morte volontaria. Un portone chiuso con una pretestuo pregiudiziale di costituzionalità, per non assumersi la responsabilità politica di decidere. Oggi chiediamo a tutti di fare la loro parte: non c’è più tempo per le persone che soffrono, e non ci sono più alibi per la politica.”, ha dichiarato Davide Di Mauro, Coordinatore Cellula Coscioni Torino

Hanno già dato la loro disponibilità all'autenticazione delle firme la presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo ed i consiglieri regionali del M5S ed AVS. Ed anche la CGIL del Piemonte sostiene la raccolta di firme sulla proposta di legge sul fine vita promossa dall'Associazione Luca Coscioni. "Come già in passato, quando avevamo sostenuto la legge di iniziativa popolare presentata al Consiglio Regionale del Piemonte sul suicidio assistito, riteniamo che tutte le persone affette da patologie irreversibili che causano gravi sofferenze fisiche ed emotive, debbano essere rispettate e sostenute nella possibilità di scegliere, come sostenuto dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Dj Fabo”, sottolinea il sindacato. "Per queste ragioni invitiamo tutte e tutti a firmare nei banchetti organizzati dall'Associazione Luca Coscioni oppure on line".

Estendere il diritto anche all'eutanasia

La proposta di legge depositata in Corte di Cassazione mira a garantire a tutte le persone maggiorenni, in grado di intendere e di volere e affette da patologie irreversibili, la possibilità di richiedere – nel rispetto della Costituzione – un aiuto medico alla morte volontaria. In tutta Italia il diritto a questo aiuto è legale, a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 sul caso “Cappato-Dj Fabo”, ma mancano procedure e tempi certi.

Alcuni pazienti, inoltre, restano discriminati perché, a causa delle loro patologie, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco letale. Oggi si chiede di estendere  il diritto anche all’eutanasia per mano di un medico, e anche per le persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale.

Cosa prevede

Il testo prevede tempi certi, garanzie e, al contrario dell’orientamento emerso in questi giorni dalla maggioranza di Governo, il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, lasciando libera scelta alla persona tra autosomministrazione o somministrazione da parte del medico. È prevista l’obiezione di coscienza, ma resta l’obbligo per le strutture sanitarie di assicurare comunque la procedura.

Cinzia Gatti

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