A Torino, nel quartiere Cit Turin, a pochi passi da piazza Statuto e precisamente al civico 23 di corso Francia, c'è un edificio colmo di storia e di mistero: la Casa dei draghi, chiamata così per celebrare la ripresa post bellica dell'Italia.
Conosciuta anche come casa Carrera e come palazzo della Vittoria per onorare, appunto, la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale, essa fu realizzata dall'ingegner Gottardo Gussoni per volere del Cavaliere al Lavoro Giambattista Carrera (da quì il nome di casa Carrera) e venne completata nei primi anni del 1920.
Costruito su cinque piani, l'edificio è una commistione tra lo stile Liberty, largamente utilizzato nell'architettura torinese di quegli anni, ed il Neogotico francese.
La peculiarità di tale edificio risiede nei due draghi alati, da cui esso prende il nome, scolpiti ai lati del portone d'ingresso, ricco anche di numerosi altri dettagli zoomorfi e sormontato dallo stemma della famiglia Carrera. Ma oltre a questo, vi sono numerosi elementi che si possono ricondurre ai due stili cui casa della vittoria appartiene: l'atrio, le scale, la torretta merlata e i balconi sono di stile neogotico, mentre le vetrate riconducono allo stile Liberty.
Inoltre, sulla facciata è presente una lapide sulla quale si può leggere questa incisione: "Nei momenti più torbidi del dopoguerra il Cavaliere del Lavoro Giambattista Carrera di Magnano Biella costruiva questo monumentale Palazzo a ricordo della grande vittoria italiana MCMXX".
L'aspetto lugubre del palazzo attirò la curiosità degli appassionati di esoterismo e alcuni fatti di cronaca contribuirono ad aumentare l'alone di mistero che lo avvolgeva. Si narra, infatti, che pochi mesi dopo il termine della costruzione dell'edificio, il Cavalier Carrera morì in circostanze misteriose, probabilmente suicida.
Il singolare stile architettonico del palazzo dei draghi e la sua atmosfera gli valsero la straordinaria opportunità di essere utilizzato come set cinematografico: vennero infatti girati al suo interno diversi film horror, quali "Profumo di donna" di Dino Risi nel 1974, "Ti piace Hitchcock?" di Dario Argento nel 2004 e "Il Divo" di Paolo Sorrentino nel 2008.
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