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Economia e lavoro | 24 luglio 2023, 18:03

Rider, importante sentenza a Torino: "Non sono lavoratori autonomi"

I sindacati Nidil, Filt e Filcams Cgil: "È giunto il momento che tutte le piattaforme del settore food delivery diano risposte adeguate"

Rider, importante sentenza a Torino: "Non sono lavoratori autonomi"

Un’altra importante sentenza sulla natura subordinata del rapporto di lavoro dei ciclofattorini: la Sezione lavoro del Tribunale Ordinario di Torino ha riconosciuto a due rider Foodinho Srl (Glovo) l’applicazione del Contratto collettivo nazionale terziario, distribuzione e servizi. Plaude la Filcams. "Si tratta di un contenzioso promosso da Nidil, Filt e Filcams, assieme alla Cgil, per chiedere la tutela dei diritti al salario e alla salute e sicurezza di questi lavoratori e lavoratrici", si legge in una nota.

La sentenza del 20 luglio impone a Foodinho anche il pagamento ai rider degli arretrati derivanti dalle differenze retributive maturate per l’attività svolta a partire dal 2019. “E' ulteriore passo in avanti che sconfessa ancora una volta la logica del cottimo dell’accordo Assodelivery-Ugl, utilizzato dalla maggior parte delle piattaforme”, commentano ancora.

Il Tribunale del lavoro di Torino, ha riconosciuto che tutto il turno in cui il rider è loggato sulla piattaforma, quindi il tempo intercorso tra il check-in e il check-out nei singoli slot prenotati, è da considerarsi tempo di lavoro, a prescindere dalle consegne svolte, stabilendo di fatto che la possibilità di rifiutare una consegna non è sufficiente a qualificare l’attività dei rider come lavoro autonomo", spiegano ricordando come per questo dimostri "che ai rider spettano tutti i diritti e le tutele economiche del lavoro subordinato". “È giunto il momento che le piattaforme del settore food delivery diano risposte adeguate - concludono Nidil, Filt e Filcams Cgil - a partire da Uber Eats, che ha recentemente dichiarato di voler lasciare l’Italia e che ha aperto una procedura di licenziamento esclusivamente per i 49 lavoratori subordinati, lasciando fuori e senza tutele circa 3.000 rider. I rider non sono lavoratrici e lavoratori di serie B”.

redazione

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