Dal 3 al 5 novembre negli spazi dell'Oval di Torino torna Artissima, che compie 30 anni. Un compleanno, come ha sottolineato il direttore Luigi Fassi, che è l'occasione "per guardare avanti. In quest'edizione la fiera d'arte contemporanea racconta la sua identità, declinando al futuro il proprio passato".
Le new entry
Complessivamente parteciperanno 181 gallerie italiane e internazionali, 68 delle quali propongono progetti monografici. Nei 20mila mq dell'Oval saranno presenti 33 paesi da 4 continenti, con il 58% di espositori stranieri. A guidare la classifica l'Italia con 77 gallerie, seguita da Austria e Germania (13), Francia (12) e Regno Unito (10). Espongono per la prima volta in fiera 39 gallerie. Tra queste Good Weather (North Little Rock, Little Rock, Chicago), Cristina Guerra (Lisbon), Meyer*Kainer (Vienna), Raster (Warsaw), The Sunday Painter (London), Unit 17 (Vancouver).
4 sezioni
Gli spazi del Lingotto accoglieranno le quattro sezioni consolidate della fiera - Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions - e le tre sezioni curate (Disegni, Present Future e Back to the Future).
La cura
Tema al centro dell'edizione 2023 è "Relations of care", concetto sviluppato in un recente saggio dall'antropologo brasiliano Renzo Taddei. La fiera individua e propone la cura come premessa e fine ultimo dell'avanzamento del sapere che deve essere mirato a preservare la diversità e il valore di ogni forma di vita del mondo che abitiamo.
I commenti
"In questi 30 anni - ha osservato l'assessore alla Cultura Rosanna Purchia - Artissima ha saputo accompagnare i cambiamenti radicali del nostro territorio". "La cura - ha aggiunto - è un tema che torna sempre più forte nei nostri giorni: questo dimostra come la nostra società sia sempre più vulnerabile". "Stiamo assistendo - ha osservato l'assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio - ad una maturazione di tutta l'industria culturale piemontese che si manifesta ogni anno in grandi classici come Artissima". "La nostra regione si è ormai dotata di una logistica della cultura con una distribuzione uniforme di grandi appuntamenti su tutti i territori che, oltre ad attrarre studiosi e turisti generano significative ricadute economiche sulla filiera dell'accoglienza" ha concluso.