Massimo Giannini, Espérance Hakuzwimana, Gad Lerner, Marzio G. Mian, Nancy Porsia, Gabriele Proglio, Bintou Touré: sono alcuni degli ospiti della quinta edizione del Festival delle Migrazioni, da questa sera a domenica a Torino.
Ideato e organizzato dalle compagnie teatrali Almateatro, A.M.A. Factory e Tedacà, il festival è diffuso, dunque si snoda su più locations: San Pietro in Vincoli, la Scuola Holden, il teatro Valdocco, l'Ufficio Pastorale Migranti, il Polo del '900, il Giardino Pellegrino e la Fondazione Sandretto. In programma spettacoli teatrali, concerti, proiezioni, incontri interattivi, laboratori, mostre e momenti conviviali, tutti a ingresso gratuito.
Gli ospiti sono più di quaranta, protagonisti di oltre trenta eventi. Il tema è “Che clima c'è?”, inteso sia come clima ambientale sia come clima politico: due argomenti particolarmente urgenti, considerata da un lato la drammatica situazione legata all’accoglienza e dall’altro la rapidità dei cambiamenti atmosferici in tutto il mondo, che va inevitabilmente a incidere su nuovi flussi migratori.
Il paese ospita di questa edizione sarà il Mali, paese cruciale di cambiamenti ed equilibri politico sociali dell’Africa sub sahariana.
GLI INCONTRI
Clima e politica sono al centro degli incontri con i giornalisti Gad Lerner, Massimo Giannini, Marzio Mian, ma anche con Giorgio Brizio (Fridays for Future), Stefania Tamea e Marta Tuninetti (Politecnico di Torino). Ma si parlerà anche di Libia (con Nancy Porsia e Maria Luisa Coppo), Tunisia (Marco Grimaldi, Bintou Touré e Luca Ramello).
Verrà poi trattato il tema di come vengono raccontate le migrazioni e quello del razzismo. Interessante l'incontro su Torino e la migramorfosi: migrazioni in città, ieri oggi e domani.
L’incontro Ferrovie sotterranee, infine, è l’agorà con i rappresentanti di più di dieci realtà e associazioni che in tutta Italia si occupano di accoglienza e solidarietà, operando nelle zone di confine e in quelle di passaggio delle rotte dei migranti.
IL TEATRO
Sette spettacoli in programma. “Finist il chiaro falco” di Svetlana Petriychuk si basa sulla sentenza di un tribunale moscovita, che lo scorso maggio ha arrestato la regista Yevgenia Berkovich e la drammaturga Svetlana Petriychuck, accusate di ‘giustificazione del terrorismo’ per il testo Finist, il chiaro falco, che racconta storie vere di donne russe, kazake e uzbeke che hanno sposato virtualmente estremisti islamici. In “Perfect Match” si racconta l'amore possibile all’interno dei nuovi movimenti migratori. “Kakuma. Fishing in the Desert” nasce dall’esperienza della regista Laura Sicignano in uno dei più grandi campi profughi al mondo. “Sparato, (s)concerto per Sankara” è tratto dalla storia di Thomas Isidore Noël Sankara, leader politico e rivoluzionario del Burkina Faso, il Che Guevara africano. In “Passaggi e nuovi approdi” si racconta l'esperienza del viaggio come passaggio da un prima a un dopo.
CENA DELLE CITTADINANZE
Nella serata di sabato, l'appuntamento che coinvolge cittadini, istituzioni, operatori e associazioni nel ritrovarsi insieme in un clima di convivialità. Una lunga tavolata nel cortile di San Pietro in Vincoli è l’occasione per condividere insieme il cibo portato da casa e i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di una cena tutti insieme.
IL CINEMA
La serata di avvio del festival è dedicata al format “Ortometraggi in Odissea. Percorsi di migrazione”, un’esperienza interattiva che invita il pubblico a proiettarsi in un futuro pericolosamente vicino, chiamando i partecipanti a esprimere le proprie scelte e a sperimentare il significato di quelle collettive. A seguire, la proiezione di “Europa”, regia di Haider Rashid, che racconta la storia di Kamal, un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi, attraverso la rotta balcanica. In apertura della serata, un incontro in collaborazione con Associazione Quore per approfondire l’attuale situazione dei richiedenti asilo LGBTI+.
LA DANZA E LA MUSICA
Nello spettacolo “La mia ipocondria mi fa avere paura della guerra”, l’attivista Ambra Gatto Bergamasco riflette attraverso la danza sull'overload delle immagini che narrano la guerra. Numerosi i momenti dedicati alla musica dal vivo: dal concerto di tamburi del LabPerm di Castaldo con il griot e polistrumentista Ady Thioune, in un evento che coinvolgerà tutto il pubblico in un viaggio di ritmi e pulsazioni, al dj set dj set di AنS (Shamss Collective): onde elettroniche ed echi linguistici tribali in un viaggio che mescola musica, linguaggio e corporeità. L’evento conclusivo del festival sarà invece affidato a Bandaradan, con il suo repertorio originale ispirato alla musica balcanica, klezmer e circense, inframmezzato da gag esilaranti.
LE MOSTRE
Al Polo del ‘900 è allestita la mostra “Name climate Change. Diamo un volto al cambiamento climatico”: venti volti per mettere in risalto l’intensità e la materialità di altrettanti percorsi. A San Pietro in Vincoli sarà visitabile l’esposizione “Benvenuti in bianco e nero”, voci e immagini del lavoro di accoglienza a cura di Tra Me e con le fotografie di Orlando Morici, che attraverso le immagini racconta cosa voglia dire essere oggi un operatore sociale nel settore dell’accoglienza ai migranti.
Alla Sandretto “The Butterfly Affect”, un percorso espositivo articolato attraverso le opere di undici artiste e artisti internazionali, dalla scultura all’installazione, dalla pittura al video.
Per info e programma: www.festivaldellemigrazioni.it