«I conti si fanno sempre al termine della vendemmia, ma per i viticoltori che non sono stati colpiti da rovinosi eventi climatici la stagione, in Piemonte, dovrebbe portare un buon risultato produttivo. Le piogge degli ultimi giorni hanno dato il tocco perfetto per ottenere ottime caratteristiche qualitative, perché le viti stavano andando in sofferenza idrica. La vendemmia si presenta buona anche da questo punto di vista. A livello di proprietà organolettiche dei vini le prospettive ci lasciano sperare in un’annata eccellente. Tuttavia, soprattutto per i rossi, bisogna attendere almeno la fine del mese di settembre prima di poter avere un quadro di lettura più chiaro della loro struttura».
Cosi il delegato al settore vitivinicolo della giunta regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Claudio Conterno, sulle prospettive della vendemmia.
«Prevedevamo – continua Conterno - un inizio di vendemmia nei tempi consueti, forse anche un poco tardiva. Poi, il caldo delle settimane passate ha anticipato il periodo della raccolta. La germogliazione è stata precoce, con la mancanza di acqua che ci ha fatto arrivare ad aprile senza riserve idriche. Le intense piogge di maggio e di una parte del mese di giugno hanno aiutato, provocando però dei problemi sotto l’aspetto fitosanitario. Si è dovuto prestare molta attenzione al maggiore sviluppo delle patologie fungine, come la peronospora e l’oidio. Di conseguenza, sono stati necessari interventi adeguati e costosi. Nel complesso, è stata un’annata complicata, ma in linea generale si è riusciti a gestirla».
Completamente diverso il discorso per le aziende devastate dalle grandinate di inizio luglio che hanno perso tutta o la maggior parte della produzione: «Purtroppo – osserva il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini -, i fenomeni meteo estremi rappresentano un problema con il quale dovremo confrontarci sempre di più in futuro. La nostra Organizzazione sta mettendo a disposizione degli agricoltori nuovi strumenti per la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla produzione vitivinicola. Tre anni fa, con Cia Agricoltori italiani delle Alpi si è messo in campo un progetto di studio sul clima nel Torinese ed ora si sta lavorando per estenderlo a tutta la regione. L’obiettivo è offrire delle indicazioni facilmente consultabili dai viticoltori».
E sul futuro delle settore, Carenini aggiunge: «La viticoltura piemontese ha alle spalle un lungo percorso di investimenti sulle tipicità e sulle tradizioni dei suoi vini, per cui la strada è segnata e non dovrebbero esserci problemi. Ma il Piemonte è grande e ovunque vanno seguite attentamente quelle che sono le richieste del mercato. Nessuno può pensare di vivere sugli allori, ma Cia Agricoltori italiani ha fiducia nella professionalità e nella capacità imprenditoriale dei viticoltori piemontesi».