“A Torino l’86% della popolazione studentesca condivide un appartamento in affitto, spendendo in media tra i 300 e i 350 euro al mese. Nel frattempo la richiesta continua ad allargarsi e il mercato dello student housing richiede di sviluppare nuove forme dell’abitare”. È l’analisi delle studiose Alessandra Oppio e Marta Bottero, rispettivamente presidente Siev e direttrice della rivista “Valori e valutazioni”, basata sulla recente ricerca condotta dal centro Full (Future Urban Legacy) del Politecnico di Torino.
D'altra parte, quello degli studenti fuori sede con seri problemi di "casa" è un tema di stretta attualità, tornato sotto i riflettori ancora nelle scorse settimane, quando è ripresa la protesta "delle tende" davanti al Campus Einaudi.
Oltre centomila studenti fuori sede
“Oggi – rileva Oppio – la popolazione universitaria a Torino supera le 100mila unità, di cui quasi la metà provenienti da fuori regione o dall’estero. Questo ha determinato un aumento di una domanda prevalentemente orientata verso il mercato della locazione. Una prima conseguenza è che Torino viene oggi individuata come una delle città italiane con livelli elevati di abitazioni in affitto studenti, come rilevato anche dall’ultimo Rapporto immobiliare sul settore residenziale redatto dall’Agenzia delle Entrate. Tra le grandi città, le locazioni agevolate a favore di studenti nel 2021 tendono a concentrarsi soprattutto a Roma e a Torino, dove in termini assoluti sono stati locati circa 3.282 immobili nel corso del medesimo anno. Per questo servono soluzioni nuove e addizionali”.
Il ruolo degli atenei
Bottero osserva, in questo senso, che “Torino è una delle poche città dove si registra l’ingresso dell’università tra i soggetti chiave del processo relativo alla ricettività studentesca. Il Politecnico ha guidato la realizzazione di due residenze per studenti, proponendosi come uno stakeholder chiave nel settore immobiliare delle residenze universitarie. Tutto questo movimento determina a sua volta la creazione di nuovi spazi cittadini: aree dedicate allo studio, alla residenza e alle attività ricreative, che contribuiscono alla transizione post-industriale della città”.