“Feat.” è l'espressione abbreviata della parola featuring, che nell'industria musicale viene utilizzata per indicare le collaborazioni tra artisti: ed è proprio lo stesso spirito ad animare (per il secondo anno consecutivo, all'interno della Settimana dell'Arte Contemporanea) l'omonimo format ideato dal pittore argentino Ernesto Morales all'interno del proprio studio “Edicola 51” in piazzetta Madonna degli Angeli 2 a Torino. L'appuntamento per il vernissage è fissato per questa sera dalle 18 alle 22, con aperture anche nelle giornate di sabato e domenica dalle 15 alle 19.
Gli artisti e le opere
A esporre le proprie opere saranno 20 artisti ed artiste provenienti da Italia, Argentina, Colombia, Francia, Germania, Giappone, Lettonia e Ungheria. Oltre allo stesso Morales, Feat. ospiterà Gianluca Arienti, Emanuela Ascari, Lorenza Boisi, Pietro Bologna, Tiziana Cera Rosco, Ákos Esse Bánki, Massimiliano Fabbri, Héloise Guyard, Glorai Herazo, Flóra Kőszeghy, Kaori Miyayama, Matthias Pabsch, Roberts Rubins, Kristina Elettra Rubine, Maria Semmer, Dániel Tarcsi, Rihards Vitols: “Edicola 51 – spiega il curatore – sarà aperta alla cittadinanza, che in questo modo avrà la possibilità di vedere il luogo in cui lavoro: personalmente, proporrò un progetto inedito sulla luce con nuovi pigmenti che ho preparato. Gli altri ospiti offriranno i propri approcci eterogenei a linguaggi visivi come la fotografia, la stampa, il disegno e l'installazione; si tratta di un'occasione unica per incontrare l'arte in un luogo ricco di fascino e storia”.
La filosofia di Feat.
A illustrare la filosofia di Feat. è lo stesso Morales: “Dopo il successo dello scorso anno – sottolinea – con oltre 1000 presenze, anche quest'anno ho voluto coinvolgere artisti di primissimo livello: l'obiettivo, oltre a quello di farli conoscere al pubblico italiano, è anche quello di proporre un modo di lavorare diverso, ma in grado di dialogare con il tradizionale sistema commerciale delle gallerie e delle fiere d'arte, del mercato e dei musei a cui siamo abituati. Questo modello vuole creare una rete internazionale che metta al centro l'identità, la ricerca e il pensiero facendo incontrare gli sguardi degli artisti tra di loro e con quello del pubblico; il tutto all'interno di uno spazio totalmente autogestito, con un'attività che a queste condizioni diventa no profit”.
L'idea, per il futuro, è quella di non fermarsi qui ma di proseguire nel lavoro iniziato per divulgare il più possibile il modello appena descritto: “Voglio riaffermare - conclude – questa linea di lavoro, che in Italia è ancora inedita ma che all'estero ha già preso piede in una dinamica di scambio, costruendo un percorso che riesca a dimostrare a Torino come sia sempre possibile innovare”.