La Fondazione Merz presenta, da lunedì 18 marzo a domenica 16 giugno, la mostra Sacro è, un inedito progetto espositivo a cura di Giulia Turconi che vede protagoniste le opere di Tiphaine Calmettes (Ivry-sur-seine, Francia, 1988), Matilde Cassani (Domodossola, Italia, 1980), Giuseppe Di Liberto (Palermo, Italia, 1996), Lena Kuzmich (Vienna, Austria, 1998), Quỳnh Lâm (Saigon, Vietnam, 1988), Tommy Malekoff (Virginia, USA, 1992) Lorenzo Montinaro (Taranto, Italia, 1997) e GianMarco Porru (Oristano, Italia, 1989).
L’esposizione prende le mosse a partire dalla raccolta di poesie Sacro Minore di Franco Arminio per introdurre una riflessione imperniata sul concetto di “sacro”, rintracciato e approfondito nella sua dimensione quotidiana ponendo l’accento sulla meraviglia dell’esistere e sulla poesia che si cela nella vita di ogni giorno. Attraverso i linguaggi di una giovane generazione di artisti e artiste, una scelta dettata dalla volontà di concentrarsi su un sacro odierno, contemporaneo e rinnovato, Sacro è vuole costruire una celebrazione alla sacralità focalizzandosi sulla sua accezione intima e privata e suggerendo un ritorno alla comunità e all’umanità manifestando una visione universale e collettiva.
Dalla materialità dell’opera d’arte che negli elementi del lavoro di Tiphaine Calmettes evoca le forze latenti del nostro mondo, si passa alla dimensione collettiva che Matilde Cassani rintraccia nelle tradizioni popolari; se Giuseppe Di Liberto si concentra sulla morte e sui riti, Quỳnh Lâm utilizza fiori e colori come metafore per porre domande sul processo naturale della vita; dove Tommy Malekoff esamina le dinamiche che regolano il comportamento di un gruppo sociale immerso in uno spazio pubblico, Lorenzo Montinaro riflette sul tema della memoria e dell’esperienza personale con lavori carichi di elementi sacrali, mentre GianMarco Porru celebra il silenzio e la sacralità di quei momenti in cui si ricerca il contatto con se stessi. Completa la mostra la videoinstallazione di Lena Kuzmich, che punta i riflettori sul rapporto tra forme di vita e tecnologia invitando il visitatore a domandarsi se un ritorno allo stadio della natura sia realmente possibile.
Per contribuire alla riflessione sui contenuti della mostra, la curatrice propone la visione del film Teorema di Pier Paolo Pasolini in cui l’autore avanza una ininterrotta indagine sulla sacralità nascosta. Il film viene proiettato con un calendario definito nella sala video della Fondazione.
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