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Cronaca | 26 aprile 2024, 11:25

Il "circo" del G7: gli attivisti per il clima si vestono da pagliacci e occupano la tettoia della Rai

Due attiviste di Extinction Rebellion hanno messo in scena la protesta, mentre sette clown sono comparsi in triciclo davanti all’ingresso. “G7 ambiente: -2 all’inizio del circo”, si legge sullo striscione

Il "circo" del G7: gli attivisti per il clima si vestono da pagliacci e occupano la tettoia della Rai

Questa mattina, un ironico “circo” è stato inscenato davanti alla sede RAI di Torino: sette attivisti di Extinction Rebellion travestiti da clown sono comparsi su dei tricicli davanti all’ingresso, mentre altre due attiviste hanno occupato la tettoia dell’edificio da dove hanno esposto uno striscione con scritto “G7 Ambiente: -2 giorni all’inizio del circo”. Ognuno dei 7 clown reggeva la bandiera di una delle sette nazioni del G7.

La protesta si svolge infatti a pochi giorni dal vertice ministeriale del G7 su Clima, Energia e Ambiente, che si terrà dal 28 al 30 aprile a Venaria. "Da più di trent’anni, i governi del G7 prendono solenni impegni in vertici internazionali per il contrasto al collasso climatico, nonostante continuino a investire in combustibili fossili e ad alimentare questa crisi” spiega Elisa, una delle attiviste. “Sembra di essere di fronte a un circo: i loro impegni, anno dopo anno, sono un triste spettacolo di clown”. 

La protesta arriva sulla tettoia della RAI per denunciare allo stesso tempo l’assenza "di un’informazione seria da parte dell’ente" sulla crisi ecoclimatica e la pressione politica che il governo sta esercitando negli ultimi mesi sull’informazione pubblica. Un tema, quest’ultimo, al centro del dibattito politico degli ultimi giorni, tra i giornalisti RAI che hanno annunciato uno sciopero per il 6 maggio per protestare contro “il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico” e il recente caso del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile e sull’assassinio di Matteotti, per cui si è arrivati a parlare di censura. "Abbiamo scelto di essere oggi qui alla RAI" continua Elisa "perché la televisione pubblica, dovrebbe essere al servizio dei cittadini, informare in modo serio e circostanziato sulla reale gravità della crisi ecoclimatica". Tuttavia, nonostante l'ultimo anno sia stato il più caldo di sempre, intere regioni abbiano sofferto una siccità estrema e si siano abbattuti numerosi eventi meteorologici estremi su tutta l'Italia, meno del 3% delle notizie dei telegiornali italiani riguardavano la crisi climatica ed ecologica e, quando lo facevano, non ne citavano le cause.

La portata della crisi ecoclimatica richiederebbe un’informazione capillare e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politiche da prendere. Chi governa, invece, si circonda di zone rosse rendendo ancora più evidente la distanza dai cittadini di cui dovrebbe rappresentare gli interessi". Un tema, quello della distanza tra la cittadinanza e i decisori politici ed economici, rivendicato da Extinction Rebellion pochi giorni fa anche in occasione dell’assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo.

 

redazione

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