Charlotte Landini con Goal 16.1 è la terza artista selezionata per l’edizione camouflage di Opera Viva Barriera di Milano, Il Manifesto, il progetto di arte urbana di Alessandro Bulgini che dal 2015 ospita più di 50 artisti italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6x3 metri di Piazza Bottesini in Barriera di Milano.
Il manifesto sarà esposto dal 12 al 28 luglio.
Ridurre ovunque e in maniera significativa tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità ad esse correlato. L’artista Charlotte Landini nasconde così l’articolo 16.1 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma di azione globale firmato nel 2015 da 193 Paesi membri Onu. Un proposito, un obiettivo, un goal mancato da più di sei anni. Da sempre.
A un primo sguardo, osservando il manifesto, il passante rimarrà colpito da questo enorme blu dipinto di blu. Ma scrutando e studiando meglio l’opera, si noterà che sotto il ritornello spensierato “VOLAARE, OOH” è nascosto il testo dell’articolo 16.1.
Eliminandone le vocali A e O e mostrando, in primo piano, le parole della celebre canzone di Domenico Modugno, si vuole attirare l’attenzione dei passanti sul camouflage in atto. La reiterazione intende infastidire la lettura: l’assenza di vocali disturba e interroga lo spettatore, facendolo soffermare sulla scritta. Quel motivetto allegro e felice che tutti conoscono e cantano viene preso in prestito per mascherare l’atteggiamento ipocrita e di facciata che spesso la nostra società riserva alle questioni sociali, economiche e ambientali, ai diritti umani. In quel blu dipinto di blu si cela un messaggio importante che richiede e vale lo sforzo di essere interpretato.
È questa la lotta simbolica di Charlotte Landini, che vuole sottolineare la falsità degli obiettivi dell’Agenda 2030 e scuotere le coscienze di una società che sembra rispondere passivamente alle operazioni di facciata.