Anche nei giorni scorsi, 18 e 19 luglio, al Padiglione C circa 250 detenuti sui 430 presenti non sono voluti rientrati nelle rispettive sezioni dai cortili, restando fuori fino alle 18.30 circa. Anche questa volta i restanti detenuti delle altre sezioni detentive hanno partecipato alla protesta, a loro dire “pacifica”.
I motivi, da quanto trapela, sono gli stessi dello scorso 17 luglio: la struttura fatiscente e degradante e la lentezza burocratica delle Procure e della Magistratura di Sorveglianza. I detenuti desiderano parlare con il Garante Nazionale e con i rappresentanti del Governo in merito ai decreti legge. Chiedono inoltre di parlare con un rappresentante del Tribunale di Sorveglianza. Queste proteste vanno ad aggiungersi a quelle dei giorni antecedenti, dove diversi agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti e intossicati.
Per tentare di gestire la situazione gran parte del personale di Polizia Penitenziaria si è dovuto trattenere in loco per oltre dieci ore continuative, prestando un servizio assolutamente imprevisto ed altamente stressante. Il personale oramai è completamente stremato, non ce la fa più e a tale riguardo, chiediamo al datore di lavoro di far intervenire il medico competente a tutela della salute dei poliziotti. Lo stress psicofisico, più che giustificabile, del personale è giunto a livelli inauditi, tanto che determina un numero importante di assenze per malattia.
L’Osapp -(Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) - per voce del Segretario Generale Dott. Leo Beneduci dichiara: “La situazione sta veramente degenerando al punto che sono i detenuti a decidere modalità e a dettare i tempi in perfetta autogestione, mai vista una situazione così surreale. Ancora una volta rimarchiamo quanto sia urgente l’intervento del Guardasigilli perché è davvero a rischio l’incolumità fisica di tutti oltre che la sicurezza e gravemente minata".
L’inferno del carcere Torinese è un vero e proprio “colabrodo” dove i detenuti “spadroneggiano” a loro piacimento pressoché indisturbati. Fino a sgolarci, sollecitiamo il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni affinché dichiari, con urgenza, lo stato di emergenza delle carceri poiché il sistema penitenziario italiano è totalmente alla deriva, evitiamo altri morti!”.