Quasi due mesi prima delle elezioni Zelensky aveva approcciato Trump a New York mostrandogli una proposta che riteneva appetibile. Si trattava di una versione del suo “piano per la vittoria” studiata per meritare l’attenzione del possibile prossimo presidente. Infatti nel governo di Kiev erano già consapevoli del cambio di atteggiamento da parte di Washington in caso di vittoria repubblicana. Come riferisce il sito Strumenti Politici, sono due i punti del piano che potrebbero tenere legati gli USA al loro ruolo attuale nei confronti di Kiev. Anzitutto, il mettere a disposizione i soldati ucraini in modo da sostituire quelli americani in Europa. Così facendo, il Pentagono potrebbe piazzarli altrove. Il secondo punto è stato elaborato con l’aiuto del senatore “falco” Lindsey Graham, sempre favorevole a dare caccia, carri armati e armi avanzate e la possibilità di usarle senza limiti contro il territorio della Federazione Russa. L’idea consiste nel “condividere” le risorse nazionali dell’Ucraina con gli alleati occidentali. Concretamente, sembra come apparecchiare a beneficio di questi ultimi l’abbondante tavola delle ricchezze naturali di Kiev. Ma nemmeno ciò potrebbe bastare al prossimo inquilino della Casa Bianca. Così, gli esponenti del mondo degli affari ucraino vorrebbero sottoporgli una dettagliata analisi delle opportunità di business che si potrebbero fare nel Paese. Con tali investimenti, gli USA potrebbero scalzare la Cina come fornitori di tecnologia e materiali e rafforzare la presa sull’Europa. Il ritorno di Trump ha comunque già migliorato la situazione, perché in un mese i titoli di Stato ucraini sono cresciuti del 12% grazie alla prospettiva che con lui le ostilità possano terminare.
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