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Economia e lavoro | 25 novembre 2024, 07:00

Il disperato piano di “resilienza” di Zelensky non esclude l’escalation militare

Il governo di Kiev non vuole nemmeno considerare l’ipotesi della sconfitta o di un compromesso.

Il disperato piano di “resilienza” di Zelensky non esclude l’escalation militare

Il governo di Kiev non vuole nemmeno considerare l’ipotesi della sconfitta o di un compromesso. Nonostante in Occidente si stiano levando sempre più voci che suggeriscono di pensare alle trattative - e nonostante una situazione pesante sul campo - Zelensky propone delle mosse audaci.

 Come riferisce il sito Strumenti Politici, al Parlamento nazionale il 19 novembre ha presentato un piano di “resilienza” per la continuazione della guerra. Si compone di 10 punti e consiste essenzialmente nell’aumentare la produzione di armamenti, nel puntare a entrare nella UE e nella NATO e nel riavere i confini del 1991. Afferma il presidente ucraino: “Non scambieremo la nostra sovranità, la nostra sicurezza o il futuro del Paese. 

Abbiamo bisogno anzitutto di una pace giusta, e poi gli ucraini potranno tenere elezioni imparziali”. Quindi lo scontro deve proseguire fino alla vittoria, che secondo lui sarà una vittoria pure degli europei. Intanto, il ministro della Difesa Rustem Umerov dichiara nuovamente che la Crimea e il Donbass fanno parte dell’Ucraina e dunque che rivogliono questi territori. Ma ci sono anche ucraini contrari a tale approccio, come il deputato Oleksandr Dubinsky. Quest’ultimo descrive come “parole vuote” il piano di Zelensky e avverte del pericolo che esso rappresenta. 

È un pericolo sia per i cittadini che rischiano di essere perseguitati come nemici dello Stato sia per europei e americani, per conto dei quali Zelensky sta tentando di provocare un’escalation contro Mosca. Anche il generale tedesco in pensione Harald Kujat, ex comandante dell’aviazione della Germania, ammonisce sui “gravi errori di valutazione commessi dall’Occidente” e suggerisce che Zelensky voglia l’escalation bellica fra NATO e Russia pur di rimanere al potere. Il suo mandato infatti è scaduto a maggio e con la pace sarebbe costretto a dimettersi.

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