Anche il Comune di Torino scende in campo in difesa dell'educazione scolastica all'interno del carcere Lorusso e Cutugno. Dopo il presidio di fine maggio davanti all'istituto penitenziario, questa mattina i docenti hanno incontrato la vice sindaca Michela Favaro ed i consiglieri comunali.
A rischio il liceo artistico
A rischio il liceo artistico dietro le sbarre, che al momento ha cinque classi e novanta alunni. Un’attività costante, con lezioni di italiano, storia, scienze, matematica e, ovviamente, le materie artistiche. Sul progetto partito nel 2013 ora aleggia lo spettro dei tagli operati dal Miur, che nei fatti troncherà l’attività di rieducazione all’interno del Lorusso e Cutugno.
O meglio, si concluderà l’attività di chi è ancora iscritto, dalla terza alla quinta, ma dal prossimo anno non si potranno formare nuove classi. Chi quest’anno era in prima, passerà direttamente alla terza. Mentre non verranno prese in considerazione altre iscrizioni.
In parallelo si annuncia anche una riduzione per il Professionale Carlo Ignizio Giulio ed il Tecnico Plana, che si rivolgono in particolare ai detenuti tra i 18 ed i 30 anni. "È la fascia di adulti - hanno spiegato - più fragile: spesso arrivano dal minorile Ferrante Aporti. Con i nostri corsi diamo loro la possibilità di essere reinseriti nel mondo del lavoro". Complessivamente è a rischio l'istruzione di 400-500 persone.
"La nostra azione - ha spiegato il corpo docenti - si basa su due principi. Il primo è il negato diritto allo studio per gli eventuali studenti che vorranno iscriversi. Il secondo è il nostro diritto al lavoro: noi perdiamo le cattedre, veniamo poi mandati in altre scuole e frammentati così nel nostro orario settimanale, non garantendo la continuità e il diritto di studio agli studenti".
"Da parte dell'amministrazione - ha replicato la vice sindaca Michela Favaro - c'è l'impegno e massima disponibilità a mettere in atto azioni perché questa ricchezza non vada dispersa".