C'è chi svende la propria casa per pagare conti che arrivano fino a 100mila euro, chi sta in lista d'attesa sette anni e chi riceve risposta positiva dopo la propria morte. Sono i malati non autosufficienti piemontesi: anziani o disabili che avrebbero diritto alla copertura del 50% del ricovero in rsa dalla Regione, ma che restano esclusi dal contributo, nonostante sia senza limiti visto che è garantito dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Secondo i dati forniti dal Piemonte e raccolti dalla Fondazione Promozione Sociale, sarebbero 9mila i malati non autosufficienti esclusi dal pagamento della quota sanitaria in tutta la Regione, di cui 1800 solo a Torino. A questi si aggiungono 14.500 malati cronici che hanno richiesto la cura domiciliare.
"Il Dpcm nazionale - ha spiegato la presidente della Fondazione Promozione Sociale, Maria Grazia Breda - prevede che il ricovero in Rsa sia pagato al 50% dal Servizio sanitario nazionale. Si tratta di una prestazione Lea, senza sbarramenti all’accesso. Oggi migliaia di famiglie piemontesi sono invece costrette a pagare la retta interamente privata, perché le Asl e la Regione li rifiutano come malati da curare".
La normativa definisce come standard l'inserimento in 12 mesi ma, come raccolto dalla Fondazione, si parla di almeno il doppio fino a casi di attese che superano i 4, 5, 6 anni. La spesa sostenuta da una famiglia si aggira intorno ai 40 mila euro annui. L'Asl di Torino, per ridurre le spese, nel 2024 ha destinato alle convenzioni con le Rsa 74 milioni di euro, a fronte di 1,52 miliardi dati dalla Regione all'Asl per l'erogazione dei livelli essenziali. A dimostrare il crescente bisogno di assistenza sono i numeri annuali di richieste. Le valutazioni Uvg - cioè dell'Unità di valutazione geriatrica, che si occupa di valutare le condizioni terapeutiche di chi fa domanda - effettuate dall'Asl Città di Torino sono aumentate del 65% dal 2019 al 2023, per fare fronte alle maggiori richieste. Gli anziani in attesa di inserimento sono raddoppiati in tre anni: erano 1953 nei primi 6 mesi del 2024, mentre rispettivamente 1145 e 979 nel rispettivo periodo del 2023 e del 2022. Per provare a dialogare con Regione e Asl e per portare il problema in agenda, il consiglio comunale di Torino aveva approvato, un anno fa, una mozione del gruppo consiliare del PD che chiedeva di salvaguardare il diritto alle cure sanitarie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti.
Per questo motivo la Fondazione Promozione Sociale ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per verificare le spese regionali e delle Asl in merito ai LEA. Domani mercoledì 18 giugno è previsto un presidio in piazza Castello, alle ore 17:30, per inoltrare queste richieste al Prefetto. La richiesta alla Regione è di stanziare immediatamente le risorse necessarie per chi è in lista d'attesa da oltre un anno e per i casi classificati come "urgenti". Al Governo, inoltre, la richiesta è di inserire tra le prestazioni LEA un assegno di cura per assumere personale da parte della famiglia di una persona non autosufficiente che è in ricovero domiciliare, e di innalzare dal 50 al 70% la copertura della quota in RSA per chi necessita di cure a media e alta intensità.