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Sanità | 29 giugno 2025, 11:23

Trapianto da record: mamma salva la figlia di 6 mesi donandole parte del fegato

L’eccezionale operazione eseguita alle Molinette: 13 ore in sala, esiti clinici oltre ogni aspettativa

La famiglia con la piccola di appena 6 mesi

La famiglia con la piccola di appena 6 mesi

Una storia straordinaria di amore materno, innovazione chirurgica e competenza sanitaria arriva dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, dove una bimba torinese di appena 6 mesi è stata salvata grazie a un intervento mai eseguito prima in Italia: un trapianto di parte del fegato donato dalla madre, combinato con un autotrapianto della vena giugulare per sostituire la vena porta compromessa.

Il ricovero

La piccola, nata a fine dicembre e affetta da una rara malformazione delle vie biliari, era stata ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita ad aprile, in condizioni critiche: ittero grave, liquido addominale e scompenso epatico. Dopo l’impossibilità di un intervento correttivo, è stata inserita nella lista nazionale per il trapianto di fegato pediatrico. Ma l’attesa di un organo compatibile da donatore deceduto si è rivelata fatale: il peggioramento della situazione epatica non lasciava più tempo.

È in quel momento che la mamma, 32enne, ha deciso di offrire parte del proprio fegato per tentare il tutto per tutto. In tempi rapidissimi sono stati eseguiti gli esami di idoneità, ottenuti i via libera del Tribunale di Torino e del Centro Nazionale Trapianti, e la donna è stata preparata per l’intervento congiunto assieme alla figlia.

13 ore in sala

Due settimane fa, nelle sale del Centro Trapianto Fegato delle Molinette, il professor Renato Romagnoli e la sua équipe hanno prelevato il lobo sinistro del fegato dalla madre. Subito dopo è iniziato l’intervento sulla bambina: oltre alla sostituzione del fegato ormai cirrotico, i medici hanno dovuto rimuovere la vena porta ostruita, sostituendola con un segmento della vena giugulare della stessa neonata. Un autotrapianto di altissimo livello tecnico.

L’intervento, durato 13 ore, ha coinvolto decine di professionisti tra chirurghi, anestesisti, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Il decorso postoperatorio è stato sorprendentemente positivo: la madre è stata dimessa dopo soli 6 giorni, mentre la bambina, con una ripresa eccezionalmente rapida, è stata trasferita al Regina Margherita per la riabilitazione nutrizionale.

"Un trapianto epatico pediatrico di eccezionale difficoltà tecnica, possibile solo grazie al gesto d’amore di una madre e all’eccellenza dei nostri professionisti", ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi. "È un’ulteriore conferma – ha aggiunto Thomas Schael, commissario della Città della Salute -, del valore del nostro sistema sanitario e del ruolo centrale che il nostro polo di Torino deve rivestire nel futuro Parco della Salute e della Ricerca".

Redazione

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