Ritardi, menù incompleti e qualità percepita al di sotto delle attese. È il quadro che le Organizzazioni Sindacali tracciano a proposito del servizio di ristorazione al Presidio CTO di Torino, dopo la chiusura della cucina interna lo scorso 16 giugno, necessaria per lavori di ristrutturazione e consolidamento dei solai.
Da quella data, i pasti destinati a pazienti e personale vengono preparati in un centro di cottura esterno individuato dall’Azienda sanitaria e successivamente trasportati al presidio. Una soluzione temporanea che, però, secondo i sindacati, ha mostrato fin da subito criticità ricorrenti: consegne in ritardo, portate mancanti, menù non corrispondenti a quanto previsto — in particolare nella mensa dipendenti, dove più volte sarebbero mancati secondi piatti e contorni — e una qualità complessiva giudicata insoddisfacente sia dai lavoratori che dall’utenza.
Il caso del 18 agosto
Le difficoltà sono emerse in modo particolare lo scorso 18 agosto, quando i reparti sono stati informati di un ritardo nella consegna dei pasti, dovuto a controlli da parte di organismi esterni. L’esito è stato che pazienti e personale vincolato al servizio mensa hanno ricevuto i vassoi oltre le 14:00, con evidenti disagi sia sul piano organizzativo sia su quello personale.
Le richieste dei sindacati
In una nota congiunta, FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, FIALS e Nursing Up chiedono alla Direzione aziendale e alla Direzione sanitaria del CTO di intervenire con urgenza per ristabilire un funzionamento regolare della distribuzione dei pasti.
Le sigle sindacali sollecitano inoltre: l’adozione di misure correttive strutturali per tutto il periodo dei lavori,; l’attivazione di un tavolo permanente di monitoraggio, che coinvolga anche le rappresentanze sindacali, per segnalare e affrontare tempestivamente le criticità fino alla riapertura della cucina interna.
«Il diritto a ricevere un pasto adeguato, completo e puntuale — sottolineano le organizzazioni — è parte integrante delle condizioni di lavoro e di cura. Ci aspettiamo una risposta rapida dall’Azienda, affinché episodi come quelli segnalati non si ripetano».