Comunità, mobilità, multiculturalità. In una parola: "accoglienza". Torna a Torino la quinta edizione del Festival che cerca di offrire uno sguardo su un tema tanto attuale quanto antico attraverso un mese e mezzo di incontri, più di 100 eventi e 150 ospiti. Il Festival dell'Accoglienza inizia oggi, martedì 16 settembre, per finire venerdì 31 ottobre: è organizzato dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione Generazioni Migranti, con il patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte, del Comune di Moncalieri e con il sostegno della Fondazione CRT, della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Migrantes.
Mons. Repole: "Quando è vera accoglienza"
"L'accoglienza è vera quando ci fa mettere in discussione sugli elementi della nostra società e cultura - ha commentato il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino - e che non sia lo strumento attraverso cui manteniamo lo status quo, non avendo la forza di mettere in discussione alcuni stereotipi. Un Festival come questo dice di una sensibilità grande di Torino. Penso che gli altri portino una ventata di vita e giovinezza che fa un grande bene, pensiamo alla grande denatalità. Ci sono delle guerre in corso, problemi climatici che fanno sì che la gente debba emigrare ma vorrei vedere anche la parte positiva: quando ci sono tante persone che si mettono in gioco per fare fronte al bisogno di altri questo ci fa dire che c'è ancora possibilità di fiducia nell'umanità e di speranza".
"La speranza è una radice" tema dell'edizione 2025
Il tema di questa edizione è "La speranza è una radice" e sarà declinato attraverso un fitto palinsesto – tra cui incontri e dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, laboratori, proiezioni cinematografiche, mostre fotografiche, presentazioni di libri, focus ed eventi per i giovani, realtà accoglienti torinesi e appuntamenti dedicati alla spiritualità – per stimolare punti di vista differenti, favorire nuovi incontri e approfondire i temi legati alla mobilità umana in Italia e nel mondo. Eventi saranno ospitati da altri Comuni piemontesi tra cui Moncalieri, Pianezza, Piobesi, Chieri, Asti, Alessandria, Bra, Cuneo, Ivrea e Vercelli.
Quest'anno il Festival si apre a nuove collaborazioni con altre realtà, per ampliare lo sguardo e le riflessioni sul tema. Il Festival della Missione porterà a Torino quattro giorni di incontri con ospiti internazionali, arte, musica ecologia integrale e tanto altro intorno al tema VoltoProssimo (9 – 12 ottobre), il Festival “Women and The City” prevederà un podcast e un talk sulle difficoltà della vita dentro e fuori il carcere con un focus sulle donne mentre continua la sinergia con BallaTorino per la giornata di apertura della manifestazione sabato 11 ottobre. Rinnovate anche le collaborazioni con il Festival delle Migrazioni di Torino (10-14 settembre 2025), il Festival della Migrazione di Modena (22 – 31 ottobre 2025), il Centro Interculturale della Città di Torino e le Biblioteche Civiche Torinesi che accoglieranno incontri ed eventi.
Lo Russo: "La destra ci fa ripiombare nel passato"
"Siamo in un momento storico in cui si contesta la cultura dell'accoglienza, del dialogo, attraverso una destra che va da Putin a Trump, passando per l'Argentina e Orban - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - L'estrema destra sta teorizzando un modello culturale di società che ci fa ripiombare indietro di centinaia di anni, secondo la logica del più forte. Oggi i droni ucraini stanno sorvolando i paesi dell'Unione europea, il governo israeliano di Netanyahu ha deciso di entrare nella Striscia di Gaza, Trump e Putin dicono le cose che dicono e tutto questo ci deve obbligare a fare una riflessione diversa. Dentro questa cornice, il Festival dell'accoglienza di Torino ha un significato ancora più importante che è fare rete tra persone che condividono questa dimensione di valori".
Lo Russo ha più volte sostenuto la battaglia dell'estensione della cittadinanza, a partire dal referendum dello scorso giugno, come motore di integrazione e trasformazione della società. "Continuo a pensare che il tema della cittadinanza sia un tema cruciale nelle logiche dell'integrazione e dell'accoglienza - ha proseguito - Ritengo profondamente sbagliato il fatto che una bambina e un bambino che frequentano la nostra scuola e acquisisce cultura e nozioni del nostro paese, non possa diventare cittadino italiano".
E proprio per partire a parlare di accoglienza dalle scuole, quest'anno gli eventi dedicati si ampliano con un programma ad hoc pensato per coinvolgere anche i più piccoli, insieme a ospiti di rilievo come Fabio Geda e Luciana Littizzetto.
Durando: "Festival laboratorio di futuro"
"Il Festival dell’Accoglienza non è solo una rassegna di eventi, ma un laboratorio di futuro: qui le differenze non dividono, ma diventano radici comuni da cui far germogliare speranza e comunità – ha spiegato Sergio Durando, responsabile del Festival – La speranza è la nostra risposta più concreta alle paure del presente. La speranza non cresce da sola: ha bisogno delle mani, delle voci, delle scelte di ciascuno di noi. "La speranza è una radice": sta a noi nutrirla perché diventi albero di vita per tutti. In questo senso il Festival è una bella esperienza di pluralità, un'iniziativa che nasce dal basso, dall’energia di giovani, di famiglie accoglienti, di comunità e associazioni. Il Festival è un invito a non restare spettatori".


















