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Economia e lavoro | 04 dicembre 2025, 11:50

Palombella (Uilm): "La transizione è fallita, la 500 ibrida non salverà Mirafiori"

Il segretario generale dei metalmeccanici Uil oggi a Torino per l'assemblea dei delegati: "Oggi il 60% degli stabilimenti in cassa o fermo"

Il segretario generale di Uilm, Rocco Palombella a Torino

Il segretario generale di Uilm, Rocco Palombella a Torino

"Il piano europeo di transizione verso l’elettrico è fallito". Non usa mezzi termini Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, intervenuto oggi a Torino all'assemblea dei delegati Uilm presso il teatro Q77 di Corso Brescia. Le dichiarazioni arrivano all'indomani dell'allentamento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulle misure delle emissioni e con l'amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa che annuncia nuovi investimenti da 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

Cassa integrazione e problemi

"Il 60% degli stabilimenti italiani è oggi fermo o in cassa integrazione – ha dichiarato Palombella – e l’Europa continua a inseguire un piano, quello del blocco dei motori termici entro il 2035, che si sta rivelando insostenibile. Serve un cambio di rotta immediato, con il coinvolgimento dei produttori e dei governi nazionali, per trovare una via d’uscita credibile".

L'ibrido non basta

Per il sindacato, non basta l’avvio della produzione della nuova Fiat 500 ibrida a Mirafiori: "È un segnale positivo – ammette Palombella –, ma non è sufficiente. La 500 ibrida non potrà rilanciare da sola lo stabilimento né sostenere gli altri siti produttivi, oggi in stato comatoso. Vogliamo marchi italiani, ma anche che vengano prodotti in Italia, non all’estero".

Il caso Ilva

La presenza del segretario arriva anche nei giorni caldi della protesta Ilva, con in giudizio duro nei confronti del governo. "Il Governo continua a inseguire una strategia suicida, senza un vero piano industriale".  La vertenza non riguarda solo Taranto e Genova, ma tocca anche il Piemonte con i due stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi. "Abbiamo scelto di non partecipare all’ennesimo tavolo convocato dal ministro Urso – spiega Palombella – perché dopo la rottura a Palazzo Chigi, non si può accettare un confronto frammentato con le autonomie locali".

Il sindacato lancia l’allarme: "Il primo marzo si rischia lo spegnimento degli impianti a Taranto e con esso la chiusura progressiva anche degli altri stabilimenti. La produzione è ormai al lumicino: da otto milioni di tonnellate l’anno si è scesi a poco più di un milione". Ma la Uilm, sostiene, non ha richiesto una nazionalizzazione: "Vogliamo un piano industriale credibile, in cui lo Stato mantenga un ruolo attivo e faccia da garante. Nessun investitore metterà un euro in un’azienda in queste condizioni se non ci sarà una presenza forte e stabile delle istituzioni".

Infine, Palombella chiede chiarezza al governo: "Temiamo che anche l’11 dicembre (data del prossimo incontro tra le parti con possibili acquirenti in vista, ndr) sarà un’occasione persa. Noi chiediamo a Urso e alla presidente Meloni un’assunzione di responsabilità".


 

Daniele Caponnetto

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